Uno studio ha dimostrato che le donne che hanno avuto un menarca tardivo o una menopausa precoce sono a maggior rischio di sviluppare artrite reumatoide
Uno studio britannico di popolazione, pubblicato su RMD Open – Rheumatic & Musculoskeletal Diseases, ha dimostrato che le donne che hanno avuto un menarca tardivo o una menopausa precoce sono a maggior rischio di andare incontro a sviluppo di artrite reumatoide (AR) rispetto a quelle cha hanno avuto un menarca precoce o una menopausa tardiva. Ciò suggerisce che, nella diagnosi e nella gestione delle donne affette da AR, dovrebbero essere attentamente valutati gli aspetti ormonali e riproduttivi.
Razionale e obiettivo dello studio
La prevalenza dell’AR varia in base al genere, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio – con una frequenza di insorgenza nelle donne 4-5 volte superiore a quella degli uomini di età inferiore ai 50 anni e doppia rispetto agli uomini di età compresa tra i 60 e i 70 anni. Inoltre, la progressione e l’attività della malattia sono più sfavorevoli nelle donne rispetto agli uomini.
Diversi studi hanno suggerito un ruolo dei fattori ormonali e riproduttivi femminili nello sviluppo dell’AR e nelle differenze basate sul genere dell’outcome di malattia.
I fattori ormonali femminili sono fondamentalmente tratti riproduttivi associati ad alterazioni dei livelli di ormoni sessuali della donna nel corso della vita, principalmente progesterone ed estrogeni.
Le caratteristiche riproduttive femminili, come la pubertà, la gravidanza, il parto, la menopausa, l’allattamento e l’esposizione esogena ai livelli ormonali (terapia ormonale sostitutiva o contraccettivi orali) possono influenzare l’ambiente ormonale.
Alcune osservazioni presenti in letteratura suggeriscono che una diminuzione dei livelli di ormoni sessuali femminili, come gli estrogeni e il progesterone, aumentano il rischio di AR durante la menopausa e dopo il parto, mentre un aumento dei livelli durante la gravidanza e l’allattamento sono protettivi.
E’ stato anche rilevato che l’età al menarca e alla menopausa, la gravidanza, l’allattamento al seno e l’esposizione ai contraccettivi orali e alla TOS presentano effetti contrastanti sul rischio di AR.
La disponibilità di dati epidemiologici sul ruolo dei fattori ormonali e riproduttivi nella patogenesi dell’AR è, tuttavia, ancora oggi gravata dalla presenza di dati contrastanti.
Di qui il nuovo studio, che si è proposto di approfondire questi aspetti, esaminando i fattori riproduttivi e l’impiego di ormoni esogeni in relazione al rischio di AR in donne reclutate nell’ampia coorte di popolazione della UK Biobank.
Risultati principali
I ricercatori hanno raccolto i dati sui fattori ormonali e riproduttivi relativi a 223.526 donne reclutate nella coorte prospettica UK Biobank. Nel corso di un follow-up mediano di 12,39 anni, sono state identificate 3.313 donne con AR.
Dall’analisi dei dati è emerso che l’età al menarca >14 anni era associata ad un rischio maggiore di AR (HR: 1,13; IC95%: 1,02-1,26) rispetto al menarca a 13 anni.
L’HR multiplo aggiustato per l’AR nelle donne con menopausa a <45 anni era pari a 1,46.
Rispetto a quelle con 2 figli, le donne con ≥4 figli si sono caratterizzate per un rischio maggiore di AR (HR: 1,18; IC95%:1,04 – 1,34).
Dallo studio è emerso anche che le donne che avevano subito un’isterectomia (HR: 1,40; IC95% :1,25-1,56) o un’ooforectomia (HR:1,21; IC95%: 1,08-1,35) presentavano un rischio più elevato di AR rispetto a quelle non sottoposte a questi interventi.
Da ultimo, sia l’impiego della terapia ormonale sostitutiva (HR:1,46; IC95%: 1,35-1,57) che la durata della HRT (HR:1,02; IC95%:1,01 – 1,03) sono risultati associati ad un rischio più elevato di AR.
Implicazioni dello studio
In sintesi, dallo studio è emersa l’esistenza di una relazione non lineare tra età del menarca, età della menopausa e anni riproduttivi e rischio di AR. Nello specifico, è stato osservato l’età al menarca >14 anni, un numero di figli ≥4, la menopausa precoce, l’isterectomia e ooforectomia e l’impiego della terapia ormonale sostitutiva esogena sono associati a un rischio più elevato di AR.
Pertanto, alla luce di quanto osservato, si deduce che, nella diagnosi e nella gestione delle donne affette da AR, devono essere attentamente valutati gli aspetti ormonali e riproduttivi. In particolare, le donne con menarca tardivo o in menopausa precoce richiedono un’attenzione supplementare.
I risultati di questo studio sono significativi e costituiscono una base su cui sviluppare misure di intervento nuove e specifiche per contenere il rischio di AR nel sesso femminile.
Sarebbe necessaria, pertanto, la conduzione di ulteriori studi che approfondiscano ulteriormente il coinvolgimento degli ormoni femminili nella fisiopatologia dell’AR.
Bibliografia
Jiang L et al. Hormonal and reproductive factors in relation to the risk of rheumatoid arthritis in women: a prospective cohort study with 223 526 participants RMD Open 2024;10:e003338. doi: 10.1136/rmdopen-2023-003338
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