All’ospedale “Giuseppe Mazzini” di Teramo una tecnologia di intelligenza artificiale consente di supportare i medici nell’analisi dei campioni di cellule del sangue
Un aiuto per i medici per esaminare i campioni di cellule del sangue al microscopio. Si chiama “Scopio Labs” ed è un sistema di intelligenza artificiale che è stato installato nei laboratori dell’Unità operativa complessa (U.O.C.) di Patologia clinica ed Ematologia dell’ospedale “Giuseppe Mazzini” di Teramo.
La struttura abruzzese è stata scelta dal gruppo Siemens Healthineers, produttore della strumentazione. Un passo importante che consentirà non solo di ridefinire i flussi di lavoro nel settore ematologico, ma anche di garantire forniture e soluzioni altamente digitalizzate e di supporto al personale sanitario. Ma come funziona “Scopio Labs”?
Effettua l’analisi morfologica dei vetrini di sangue periferico attraverso diversi passaggi. Per prima cosa processa il campione su un analizzatore di ematologia. In caso di anomalie o di necessità di esami ulteriori, viene preparato uno striscio di sangue periferico e trasferito il vetrino alla piattaforma di morfologia digitale per la lettura e la valutazione. Grazie all’intelligenza artificiale, Scopio mette a disposizione immagini dell’intero campo microscopico così da avere sia un quadro generale del paziente sotto il profilo clinico, sia dettagli delle singole cellule.
Sono molti gli ambiti sociali e professionali nei quali l’intelligenza artificiale sta facendo prepotentemente ingresso. Lo sa bene anche AVIS Nazionale che, a settembre, in occasione delle celebrazioni di “Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023”, aveva dedicato un convegno a questo tema. Con l’aiuto di specialisti del settore, abbiamo provato a spiegare quanto sia preziosa come strumento per facilitare la diagnostica e quanto possa rappresentare un elemento innovativo nel campo della medicina trasfusionale. E di esempi ce ne sono.
Uno, in particolare, arriva dall’università di Alberta, in Canada. Qui un’equipe di ricercatori, coordinata dal professor Jason Acker, si è data una sfida: impiegare l’intelligenza artificiale nel processo di validazione delle sacche raccolte. Lo studio ha riguardato, per la precisione, le attività di analisi ematologica, comunemente effettuate dai tecnici di laboratorio al microscopio o tramite altre tecniche più o meno complesse. Per ottimizzare questo tipo di lavoro e ridurne i tempi, i ricercatori sono riusciti ad automatizzare il procedimento, creando un algoritmo, validato con i colleghi svizzeri, tramite cui un computer riesce a distinguere le modifiche a cui vanno incontro i globuli rossi durante la loro conservazione. Come ha spiegato il professor Acker, «abbiamo istruito la macchina facendole memorizzare e confrontare un vastissimo archivio di immagini di globuli rossi e così facendo siamo riusciti non solo a ottimizzare i tempi di valutazione della qualità delle unità donate, ma abbiamo anche raggiunto un livello di precisione superiore rispetto a quella garantita dall’essere umano. Questo approccio, infatti, ci ha permesso di rilevare delle differenze tra globuli rossi, anche piccolissime e in tempi estremamente rapidi, che il nostro occhio non sarebbe in grado di cogliere, aprendo le porte a nuovi e interessanti scenari nello studio del sangue, delle patologie ad esso correlate e delle compatibilità tra donatori e riceventi».