Scienze planetarie: secondo nuove ricerche, l’asteroide Dimorphos potrebbe essere stato rimodellato in seguito all’impatto di DART
L’Istituto di fisica applicata “Nello Carrara” del Cnr ha contribuito allo studio “Physical properties of asteroid Dimorphos as derived from the DART impact”, pubblicato su Nature Astronomy che riporta le indagini delle deformazioni dell’asteroide Dimorphos a seguito della collisione con il test di difesa planetaria DART, avvenuto nel settembre 2022.
Era infatti 26 settembre 2022, quando la sonda DART ha completato la sua missione impattando Dimorphos, la luna dell’asteroide incrociatore della Terra Didymos, così fornendo importanti informazioni sulla struttura interna degli asteroidi e sull’effetto di un impatto sulle loro proprietà.
Lo studio, coordinato da Sabina Raducan dell’Università di Berna e al quale ha collaborato per Cnr-Ifac Alessandro Rossi, ha effettuato una simulazione dell’impatto con un codice di fisica degli urti all’avanguardia, utilizzando vincoli realistici sulle proprietà meccaniche e compositive di Dimorphos, sulla base dei primi risultati di DART. Le simulazioni suggeriscono che Dimorphos è debolmente legato con una forza di coesione simile agli asteroidi Bennu e Ryugu e ha una mancanza di grandi massi sulla sua superficie. Il team di ricerca suggerisce che Dimorphos possa essere un “rubble pile”, ovvero un cumulo di macerie, formato dall’espulsione di materiale da Didymos a causa della sua rotazione veloce e dal successivo riaccumulo di questo materiale. Il modello indica anche che l’impatto di DART potrebbe non aver prodotto un cratere da impatto, ma potrebbe aver rimodellato la luna nella sua interezza – un processo noto come deformazione globale – e causato una sostanziale modifica della superficie di Dimorphos con materiale proveniente dal suo interno.
Sempre secondo i risultati delle simulazioni, la traiettoria dell’asteroide è stata effettivamente modificata -il periodo orbitale di Dimorphos attorno all’asteroide centrale è stato accorciato di 33 minuti- ma non l’orbita dell’intero sistema asteroidale binario, che è rimasto sulla sua traiettoria intorno al Sole senza alcuna conseguenza.
Lo studio, oltre a fornire nuove informazioni sulla formazione e le caratteristiche degli asteroidi binari, può avere implicazioni per le esplorazioni future, come l’imminente missione Hera dell’ESA e gli sforzi di deviazione degli asteroidi.
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