Trent’anni fa l’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, ancora senza colpevoli: la giornalista del Tg3 indagava su traffici illeciti tra Italia e Corno d’Africa. Mattarella: “Ferita per la società”
Sono passati trent’anni dal duplice omicidio dei giornalisti Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, a Mogadiscio. Trent’anni senza colpevoli. Mai individuati gli assassini, mai scoperti i mandanti. Le inchieste hanno svelto ignobili depistaggi e mistificazioni.
Ilaria Alpi, prima di essere uccisa, indagava per il Tg3 su un traffico di armi e rifiuti tossici dall’Italia al Corno d’Africa, attività su cui si sono svolte anche due commissioni di inchiesta parlamentari.
Per la morte di Alpi e Hrovatin un innocente è stato in carcere per 17 anni. Era Hashi Omar Hassan, assolto definitivamente il 19 ottobre del 2016, quando i giudici stabilirono la sua totale estraneità al duplice omicidio, mettendo per la prima volta nero su bianco la parola “depistaggio”. Hashi Omar Hassan fu un semplice “capro espiatorio”, mentre il teste principale d’accusa, Ahmed Alì Rage detto Jelle, aveva dichiarato il falso (come da lui stesso confessato all’inviata di ‘Chi l’ha visto?’, Chiara Cazzaniga), “coinvolto in un’attività di depistaggio di ampia portata”.
MATTARELLA: “ASSASSINI E MANDANTI SONO ANCORA SENZA NOME”
“A trent’anni dall’agguato mortale che spezzò le vite di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, il loro ricordo è presente come nei giorni drammatici in cui la terribile notizia da Mogadiscio piombò sul nostro Paese”. dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Erano giornalisti di valore- aggiunge- alla ricerca in Somalia di verifiche e riscontri su una pista che avrebbe potuto portare a svelare traffici ignobili. Le Medaglie d’oro al Merito Civile, di cui Alpi e Hrovatin sono stati insigniti, testimoniano il valore che la Repubblica riconosce alla loro opera. Un prezzo pagato nell’esercizio di un diritto, quello all’informazione, che è un presidio essenziale alla libertà di tutti e un pilastro su cui si regge la vita democratica”. “Gli assassini e i mandanti- sottolinea Mattarella- sono ancora senza nome e senza volto dopo indagini, depistaggi, ritrattazioni, processi finiti nel nulla. È una ferita che riguarda l’intera società. Le Istituzioni sanno che non ci si può mai arrendere nella ricerca della verità. Il valore dell’autonomia della stampa libera è sotto attacco in tante parti del mondo. Molti giornalisti pagano con la vita la loro indipendenza dai poteri, la loro ricerca di verità. Il ricordo di Alpi e Hrovatin suona anche impegno, a rimuovere gli ostacoli alla libertà di informazione, ovunque si manifestino”.