In Italia va migliorata l’assistenza socio-sanitaria ai pazienti colpiti da tumori genito-urinari. Soprattutto per i collegamenti tra ospedali e medicina territoriale
In Italia va migliorata l’assistenza socio-sanitaria ai pazienti colpiti da tumori genito-urinari. Soprattutto per quanto riguarda i collegamenti tra le strutture ospedaliere e la medicina territoriale. È questo l’appello lanciato dalla Società Italiana di Urologia Oncologica (SIUrO).
“È prioritario colmare il forte divario assistenziale che oggi esiste nel nostro Paese – sottolinea Sergio Bracarda, Presidente Nazionale della SIUrO -. Abbiamo, infatti, degli ottimi centri ospedalieri di uro-oncologia ma che non sempre sono supportati da un’adeguata medicina del territorio. Quest’ultima è giudicata insufficiente da più della metà dei pazienti colpiti da tumore del rene e della prostata. È una situazione contradditoria e difficile dal momento che dobbiamo affrontare e gestire patologie sempre più diffuse. Attualmente sono oltre un milione gli uomini e le donne che in Italia vivono con una neoplasia urologica. Rappresentano da soli un terzo di tutti i pazienti oncologici. È ovvio che una così grande quantità di persone necessita di una costante assistenza extra ospedaliera per aspetti come il controllo degli effetti collaterali delle terapie, la prescrizione di esami ed accertamenti o la gestione di eventuali altri disturbi di salute”.
“La cronicizzazione del cancro interessa tutta l’uro-oncologia – prosegue Rolando Maria D’Angelillo, Vicepresidente della SIUrO -. Emblematico è il caso del tumore della prostata che risulta essere il più diffuso tra la popolazione maschile residente nel nostro Paese. I tassi di sopravvivenza a cinque anni sono superiori al 90%. Lo stesso dato è riscontrato anche per il carcinoma al testicolo. Registriamo continui miglioramenti anche in due neoplasie più insidiose come quelle al rene e alla vescica. Stiamo ottenendo risultati importanti anche grazie all’incessante attività clinica e di ricerca portata avanti in tutta la Penisola”.
“Gestione multidisciplinare a livello ospedaliero e decentramento verso il territorio di alcune prestazioni sanitarie – conclude Giario Conti, Segretario e Tesoriere SIUrO -. Devono essere questi i due capisaldi per contrastare in modo efficacie forme di cancro in aumento. Bisogna infine puntare sulla prevenzione sia primaria che secondaria, anche se quest’ultima risulta spesso difficile in ambito uro-oncologico. Ridurre l’impatto dei tumori sul nostro sistema sanitario nazionale è possibile ma serve un maggiore impegno da parte di tutti gli attori coinvolti. Per questo abbiamo deciso anche quest’anno di aderire, come Società Scientifica, alla Giornata Mondiale contro il Cancro. Un evento internazionale importante che ci incita a non sottovalutare mai un grave e globale problema di salute pubblica”.