Faustino Oro detto Messi: ecco chi è il “maestro” di 10 anni che ha battuto il numero 1 al mondo degli scacchi Magnus Carlsen in 48 mosse. Argentino, vive a Barcellona: ha imparato a giocare solo 3 anni fa
Faustino Oro ha 10 anni, e gli occhiali. Lo sguardo fisso sulla scacchiera. Il cervello che calcola e ricalcola, ma più che altro intuisce. Muove la mano – un pedone là, un cavallo lì – come se dirigesse un’orchestra silenziosa. Di fronte ha Magnus Carlsen. Quel Carlsen, il numero 1 del mondo degli scacchi, campione del mondo dal 2013 al 2023, anche lui ai suoi tempi bambino prodigio: grande maestro all’età di 13 anni, 4 mesi e 27 giorni. Il “bambino d’Oro” – con un cognome così, non puoi sottrarti ai soprannomi scontati – l’ha battuto in una versione ultraveloce degli scacchi, il “bullet”. In 48 velocissime, impeccabili mosse.
Il Bullet Brawl è una gara aperta di partite veloci, con un minuto per giocatore per eseguire tutte le mosse, con un margine di analisi minimo, in cui è favorita l’intuizione più che la capacità di elaborazione. Il primo posto del torneo alla fine è andato al gran maestro americano Hikaru Nakamura, seguito dal messicano José Martínez Alcántara, terzo Daniel Naroditsky. Oro s’è piazzato ventunesimo su 156 giocatori.
Oro non è nemmeno uno sconosciuto. Si era già fatto notare ai World Quick Games del 2023 contro i pesi massimi del mondo scacchistico di tutte le età. Era già considerato un fenomeno. La vittoria nel duello con Carlsen è una tesi di laurea, anche se a 10 anni dovrebbe essere ancora alle elementari. Al momento, con il suo ranking, è tra i migliori 500 giocatori al mondo, con un titolo di master FIDE, oltre a guidare – ovviamente – la classifica mondiale per la sua età. Un traguardo raggiunto in soli tre anni: ha imparato a giocare a scacchi durante la pandemia. Lo slogan di quei giorni, “andrà tutto bene”, nel suo caso ci ha preso alla grande.
Il suo atteggiamento nei confronti degli scacchi è molto professionale – racconta La Nacion – appena termina la partita inizia ad analizzarla approfonditamente con il suo computer. Un impegno che anche i suoi genitori si sono assunti, lasciando il lavoro, la routine della vita, quasi tutto, per trasferirsi con il figlio a vivere a Barcellona, il centro del mondo degli scacchi. Argentino… Barcellona… Eccolo là il paragone espresso: il Messi degli scacchi. Tutto calcolato.
FONTE: Agenzia di stampa Dire (www.dire.it).