Negli adulti con obesità grave che non hanno risposto alla chirurgia bariatrica, la terapia con semaglutide una volta alla settimana ha portato a una buona perdita di peso
Negli adulti con obesità grave che non hanno risposto alla chirurgia bariatrica, la terapia con semaglutide una volta alla settimana ha portato a una perdita di peso simile a coloro che non si sono sottoposti all’intervento chirurgico. Sono i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista Obesity.
La chirurgia bariatrica si è rivelata una strategia efficace e a rischio controllato per la gestione dell’obesità, con le potenzialità per ridurre il peso fino al 30% nella popolazione generale e di migliorare le complicanze metaboliche. Tuttavia non tutti i pazienti rispondono all’intervento e alcuni potrebbero riscontrare un recupero di peso o un calo ponderale inadeguato nel tempo, hanno premesso gli autori.
Fino a poco tempo fa per questi pazienti esistevano poche opzioni alternative oltre a un secondo intervento chirurgico, ma i GLP-1 agonisti hanno mostrato risultati promettenti nella perdita di peso e nella gestione delle complicanze metaboliche nelle persone affette da diabete di tipo 2, in particolare semaglutide alla dose di 2,4 mg/settimana.
La sua efficacia nei pazienti con un indice di massa corporea (BMI) di almeno 40 kg/m2 che sono stati sottoposti a chirurgia bariatrica e che presentano ancora comorbilità legate all’obesità non è stata tuttavia ancora completamente valutata e nessuno studio ha confrontato questa popolazione con pazienti senza una storia di intervento chirurgico.
Confronto tra obesi gravi con e senza chirurgia bariatrica
I ricercatori hanno reclutato 111 adulti con obesità grave (BMI di almeno 40) che hanno ricevuto semaglutide 2,4 mg una volta alla settimana per 24 settimane da aprile a ottobre 2022. I partecipanti comprendevano 36 soggetti precedentemente sottoposti a chirurgia bariatrica che hanno perso meno del 50% del peso in eccesso o che hanno riacquistato peso dopo 18 mesi dall’intervento, e 75 adulti senza una storia di chirurgia bariatrica.
Sono stati raccolti i dati relativi a età, sesso, BMI, circonferenza della vita, pressione arteriosa sistolica e frequenza cardiaca. Il punteggio della transaminasi glutammico-ossalacetica, dell’emoglobina glicata (HbA1c), dei lipidi nel sangue, della proteina C-reattiva e della fibrosi-4 (FIB-4) è stato ottenuto attraverso dati di laboratorio. L’endpoint primario dello studio era la differenza nella perdita di peso totale dopo 24 settimane tra gli adulti sottoposti e non alla chirurgia bariatrica.
Risultati di perdita di peso sovrapponibili tra i due gruppi
Tra i soggetti sottoposti alla procedura chirurgica, nel 71,8% dei casi è stata utilizzata la gastrectomia a manica e nei restanti il bypass gastrico. Il peso medio più basso raggiunto dopo l’intervento è stato di 96,1 kg e il recupero ponderale medio del gruppo è stato di 29,2 kg.
I partecipanti sottoposti in precedenza a chirurgia bariatrica hanno ottenuto con semaglutide una perdita di peso del 9,8% e una perdita di peso in eccesso del 23,2% dal basale a 24 settimane (P<0,001). Gli adulti senza una storia di chirurgia bariatrica hanno perso l’8,7% del loro peso e hanno ottenuto una perdita di peso in eccesso del 19,7% a 24 settimane (P<0,001).
Tra i due gruppi non sono state riscontrate differenze nella perdita di peso o nella perdita di peso in eccesso, un risultato definito sorprendente dall’autore senior Antoine Avignon, professore di nutrizione presso l’Università di Montpellier e responsabile del dipartimento di nutrizione-diabete presso il Montpellier University Hospital Center in Francia, dal momento che le persone che non perdono sufficiente peso con la chirurgia tendono ad essere più refrattarie al calo ponderale in generale. «L’implicazione clinica è che semaglutide rappresenta un’opzione di trattamento per le persone che hanno fallito la chirurgia bariatrica» ha affermato.
A 24 settimane, il 72% del gruppo chirurgico ha perso almeno il 5% del proprio peso, il 36% ha ottenuto una perdita di peso di almeno il 10% e l’8% di almeno il 15%, con risultati simili nel gruppo non chirurgico (62% con perdita di almeno il 5% del peso, il 31% con almeno il 10% e l’8% con almeno il 15% dopo 24 settimane).
Non sono state riscontrate differenze tra i due gruppi nella variazione del BMI o nella circonferenza della vita. Entrambi i gruppi hanno ottenuto riduzioni simili di HbA1c, colesterolo LDL, trigliceridi e transaminasi sierica glutammico-ossalacetica. Una diminuzione del punteggio FIB-4 è stata osservata negli adulti precedentemente sottoposti a chirurgia bariatrica (P=0,01), ma non in quelli che non avevano mai subito un intervento chirurgico.
«Semaglutide è un’eccellente alternativa nei pazienti che hanno fallito la chirurgia bariatrica» ha commentato Avignon. «La sua efficacia in questo caso è la stessa dei pazienti che non hanno subito un intervento chirurgico. Dovrebbe essere assolutamente provato prima di prendere in considerazione un secondo intervento».
Referenze
Bonnet J-B et al. Semaglutide 2.4 mg/wk for weight loss in patients with severe obesity and with or without a history of bariatric surgery. Obesity (Silver Spring). 2024 Jan;32(1):50-58.