PresaDiretta in onda stasera su Rai 3 presenta “Auto-difesa”. Viaggio nel mondo dell’industria dell’automobile e nelle aziende che si oppongono alla crisi
La puntata di PresaDiretta di lunedì 25 marzo, in onda alle 21.20 su Rai 3 e Rai Italia, inizia da Detroit, dove l’industria dell’automobile è il fulcro dell’economia e dove il 15 settembre del 2023 è stato indetto un importante sciopero del settore. La protesta ha coinvolto circa 50 mila lavoratori di Ford, General Motors e Stellantis, le cosiddette big three. Sei settimane di sciopero ma alla fine si è arrivati ad un accordo per l’aumento degli stipendi dei lavoratori.
Una vera e propria autodifesa, come quella che stanno tentando gli operai di Mirafiori o della Lear dove il calo di produzione rischia di mandare a casa molti lavoratori. A Torino, in quella che un tempo era la capitale dell’auto, si assiste al braccio di ferro tra governo e Stellantis, l’unico grande produttore di automobili rimasto in Italia; il governo accusa il gruppo di produrre più in Francia che nel nostro Paese e Stellantis per restare sul territorio chiede investimenti pubblici nelle infrastrutture, incentivi all’acquisto di auto elettriche e forti sconti sul costo dell’energia, ma soprattutto minaccia tagli e chiusure.
“Senza sussidi all’elettrico, Mirafiori e Pomigliano sono le fabbriche italiane i cui posti di lavoro sono più a rischio”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares.
Le telecamere di PresaDiretta, quindi, sono andate a Pomigliano, dove si produce la Panda, anche se presto il modello elettrico dell’auto verrà realizzato a Kragujevac in Serbia: questo potrebbe avere pesanti ricadute sui posti di lavoro nello stabilimento campano.
Autodifesa, peraltro, non solo nel mondo dell’industria automobilistica, ma anche quella che stanno cercando di mettere in atto le lavoratrici de La Perla di Bologna, una delle più importanti aziende nel settore della lingerie di lusso che da quando nel 2018 è stata comprata dal fondo finanziario Tennor ha assistito ad un tracollo della produzione, e ora rischia la chiusura. La soluzione alla crisi dell’industria potrebbe arrivare da modelli come la “settimana corta”, ovvero quattro giorni lavorativi anziché cinque a parità di stipendio, come PresaDiretta ha verificato in alcune aziende italiane che la stanno sperimentando, da Luxottica a Lamborghini, ma anche in Portogallo, dove quarantuno aziende stanno valutando se lavorare meno con lo stesso salario sia la strada giusta per produrre meglio e di più.