L’incidenza dell’alopecia areata è aumentata significativamente dopo l’infezione da COVID-19, secondo quanto rilevato da uno studio sudcoreano
L’incidenza dell’alopecia areata è aumentata significativamente dopo l’infezione da COVID-19, secondo quanto rilevato da uno studio nazionale che ha coinvolto più di mezzo milione di sudcoreani e pubblicato come research letter sulla rivista JAMA Dermatology.
Per l’analisi i ricercatori hanno utilizzato i dati della coorte del Korea Disease Control and Prevention Agency-COVID-19-National Health Insurance Service da ottobre 2020 a settembre 2021. La coorte comprendeva quasi 260mila pazienti con COVID e altrettanti senza infezione, abbinati in base alle caratteristiche demografiche e alle comorbilità.
Incidenza di alopecia areata quasi doppia dopo il COVID
In un’analisi abbinata al punteggio di propensione, l’incidenza della forma autoimmune di perdita di capelli è risultata superiore dell’82% nei soggetti con una precedente infezione da COVID rispetto a quelli senza (43,19 vs 23,61 per 10.000 anni-persona, HR aggiustato 1,82), osservata in tutti i gruppi di età superiore ai 20 anni, sia di sesso femminile che maschile, hanno scritto l’autore senior Jin Park e colleghi della Jeonbuk National University Medical School di Jeonju, Corea del Sud.
Osservando i sottotipi clinici, l’incidenza dell’alopecia areata a chiazze o dell’alopecia totale e dell’alopecia universale (AT/AU) era più elevata nei pazienti con COVID, rispettivamente pari a 35,94 e 7,24 per 10.000 persone-anno, rispetto a 19,43 e 4,18 tra i controlli. La prevalenza di alopecia areata e AT/AU era di 70,53 e 12,39 per 10.000 anni-persona nel gruppo COVID rispetto a 52,37 e 8,97 nei controlli.
«Durante il periodo di studio, l’incidenza e la prevalenza aggiustate per età e sesso di alopecia areata e AT/AU nei pazienti con infezione da COVID-19 erano considerevolmente più elevate rispetto al periodo prepandemico in Corea, durante il quale sono rimaste costanti dal 2006 al 2015» hanno riferito i ricercatori.
Lo studio ha anche rivelato una maggiore incidenza di telogen effluvium, una rapida perdita di capelli innescata dallo stress o da altri cambiamenti nel corpo, nella coorte con COVID rispetto al gruppo di controllo (HR aggiustato 6,40).
«Questi risultati supportano il possibile ruolo del COVID-19 nell’insorgenza e nell’esacerbazione dell’alopecia areata, anche se altri fattori ambientali come lo stress psicologico possono aver contribuito allo sviluppo della malattia durante la pandemia» hanno aggiunto. «I possibili meccanismi includono il mimetismo molecolare antigenico tra SARS-CoV-2 e gli autoantigeni del follicolo pilifero, lo spostamento delle citochine e l’attivazione aspecifica delle cellule B e T».
L’alopecia areata si manifesta in individui sensibili a causa di fattori ambientali, come virus, vaccinazioni e stress psicologico, hanno affermato i ricercatori, aggiungendo che mentre i report che documentano una nuova insorgenza, esacerbazione e ricorrenza dell’alopecia areata dopo il COVID sono in aumento, le evidenze che la collegano all’infezione sono invece limitate.
Park e il suo team hanno riconosciuto potenziali errori di rilevamento o di classificazione nel loro studio, nonostante abbiano utilizzato analisi di sensibilità convalidate con diverse variabili corrispondenti. Hanno affermato che sono necessari ulteriori ricerche per convalidare l’associazione tra diverse popolazioni e chiarire la relazione causale tra le due condizioni.
Danilo Del Campo, dermatologo della Chicago Skin Clinic, ha definito i risultati dello studio più confermativi che sorprendenti. «Tutto ciò che può stimolare il sistema immunitario può innescare altri problemi, e l’alopecia areata in particolare deriva da una forte reazione immunitaria» ha commentato. «Il sistema immunitario è costantemente a caccia di infiltrati e a volte sbaglia semplicemente il bersaglio, in questo caso le cellule staminali dei capelli invece delle cellule virali (fenomeno noto come mimetismo molecolare antigenico)».
Un’altra potenziale spiegazione è che l’infezione da COVID porta a un enorme afflusso di citochine che ha altri effetti a valle. Così come è possibile che le cellule staminali dei capelli siano troppo vicine alle cellule infette o alle cellule helper e che quindi vengano inavvertitamente prese di mira (fenomeno noto come attivazione bystander).
Referenze
Kim J et al. Risk of Alopecia Areata After COVID-19. JAMA Dermatol. 2024 Jan 10:e235559.