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AIEL e FIPER: riconoscere le potature come sottoprodotti per utilizzi energetici

potature

La proposta delle associazioni AIEL e FIPER per riconoscere le potature come sottoprodotti per utilizzi energetici trasformandole da rifiuti a opportunità da sfruttare

Una Guida per fare il punto sugli sviluppi tecnici e normativi e informare aziende, amministrazioni pubbliche e privati sulle opportunità di dare valore economico ai sottoprodotti derivanti dalla gestione del verde urbano e del fuori foresta. La proposta di AIEL e FIPER, lanciata in occasione di Progetto Fuoco, ha l’obiettivo di promuovere un cambio di prospettiva rispetto alla gestione di sfalci e potature, trasformandoli da semplici rifiuti da smaltire a preziosi ‘sottoprodotti’ con un valore economico che si traduce nella possibilità di ricavarne un altro prodotto, il cippato, per utilizzi energetici. Una trasformazione che non si limita solo all’attività forestale, ma può portare benefici tangibili anche nella gestione del verde urbano e delle aree non forestali.

Dall’analisi della normativa, in particolare il Testo Unico Ambientale e il c.d. Decreto sottoprodotti, una sentenza della Corte di Cassazione del 2008, alcuni interpelli e una circolare del MATTM del 2017, emergono diversi elementi utili a inquadrare correttamente il tema: questi materiali non sono rifiuti ma residui di legno vergine da valorizzare come sottoprodotti in successivi processi produttivi o utilizzi tra cui, in primis, quello energetico.

Perché una Guida ai sottoprodotti

Comuni, privati e operatori del settore soffrono le conseguenze dell’attuale quadro d’incertezza. Attraverso la Guida alla valorizzazione dei sottoprodotti, da intendersi come una sorta di vademecum, AIEL e FIPER vogliono risolvere questo problema e definire punti di riferimento condivisi su cui costruire politiche di gestione virtuose e lungimiranti. Da qui il primo passo di richiedere al MASE, congiuntamente a FIPER e Confcooperative, di attivare un tavolo di lavoro con tutti gli stakeholder per validare e discutere il vademecum.

Sfalci e ramaglie: da problema a opportunità

La gestione degli sfalci e delle potature del verde urbano oscilla da anni fra la dimensione del problema e quella dell’opportunità. Eppure, la realizzazione di questa forma di economia circolare, in grado di abbattere i costi derivanti dallo smaltimento dei rifiuti e di creare nuove filiere produttive, porterebbe benefici complessivi per la sola Pubblica Amministrazione stimati in circa 240-360 milioni di euro ogni anno. Il quantitativo di potature urbane disponibili varia dai 3 ai 4 milioni di tonnellate all’anno per un costo di smaltimento di circa 180-240 milioni di euro, a fronte di un possibile ricavo di 80-120 milioni di euro in caso di valorizzazione energetica del materiale attraverso la trasformazione dei sottoprodotti in cippato.

Il caso virtuoso del Friuli-Venezia Giulia

Lo dimostra anche il caso virtuoso della Regione Friuli-Venezia Giulia: a seguito degli eventi meteorologici violenti di luglio 2023, il governo friulano ha emanato un’ordinanza con cui i 125 comuni colpiti dagli effetti della tempesta hanno potuto gestire gli alberi abbattuti in deroga alla gestione del regime rifiuti, a condizione che venissero impiegati nella filiera energetica. Le oltre 10.000 tonnellate di legname raccolto hanno così prodotto un risparmio per i 125 comuni di circa 800.000 euro.

I presupposti del Testo Unico Ambientale

Cogliendo l’occasione dell’avvio del processo di revisione del Testo Unico Ambientale (TUA), l’obiettivo congiunto che Aiel e Fiper si sono prefissate è quello di annoverare definitivamente sfalci e potature derivanti dalla gestione di parchi e giardini e il materiale derivante dalla gestione degli eventi meteorologici o della pulizia degli alvei fluviali come sottoprodotti, trasformandoli in un’opportunità di economia circolare. I presupposti per questo progetto sono già contenuti nei requisiti previsti dall’art.184 bis del TUA e in diverse sentenze recenti che hanno riconosciuto come sottoprodotti materiali derivanti da servizi analoghi a quello della gestione del verde urbano.

Verso un’economia circolare del fuori foresta

Il fuori foresta rappresenta una mole importante e ancora oggi quasi del tutto ignorata di risorse, che possono aiutare il nostro paese a progredire sulla strada della transizione energetica” commenta Walter Righini, Presidente di Fiper. “Con la valorizzazione di questi materiali potremmo fare un passo avanti nella creazione di un modello circolare anche nella gestione del verde delle nostre città. C’è un patrimonio ecologico ed economico che oggi scartiamo come rifiuto e che invece ha già tutte le carte in regola per diventare una risorsa. Non sprechiamo quest’occasione. Facciamo appello al MASE affinché acceleri la creazione del tavolo di lavoro” conclude Domenico Brugnoni, Presidente di Aiel.

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