Sclerosi multipla a esordio pediatrico: l’uso precoce di terapie altamente efficaci è associato a un rischio ridotto di ricaduta
Uno studio retrospettivo di coorte ha suggerito che, rispetto alle terapie moderatamente efficaci, l’uso precoce di terapie altamente efficaci per la sclerosi multipla (SM) ad insorgenza pediatrica è associato a un rischio ridotto di ricaduta.
Nello studio pubblicato su JAMA Neurology, in oltre 500 pazienti, l’inizio del trattamento con terapie altamente efficaci è stato associato a un rischio inferiore del 54% di una prima ricaduta nell’arco di 5 anni, rispetto alle terapie moderatamente efficaci (HR aggiustato 0,46, 95% CI 0,31-0,67, P<0,001).
Questi risultati sono stati confermati da una diminuzione del 66% dell’attività di malattia osservata attraverso risonanza magnetica nel gruppo assegnato alla terapia altamente efficace, rispetto al gruppo assegnato alla terapia moderatamente efficace, a 2 anni (OR aggiustato 0,34, 95% CI 0,18-0,66, P=0,001.
“Questo studio supporta le recenti dichiarazioni degli opinion leader nel campo della SM pediatrica che raccomandano la rapida introduzione dei trattamenti più efficaci possibili nei bambini”, ha dichiarato David-Axel Laplaud, dell’Hôpital Nord Laennec del Centre Hospitalier Universitaire Nantes in Francia.
Sia nella SM adulta che in quella pediatrica, una strategia comune è stata quella di passare da terapie moderatamente efficaci come l’interferone beta-1a e il glatiramer acetato a terapie modificanti la malattia altamente efficaci come fingolimod e natalizumab, per chi non risponde. I trattamenti per la sclerosi multipla ad insorgenza pediatrica sono stati in gran parte utilizzati off-label.
“L’approccio che consiste nell’utilizzare terapie a più alta efficacia è emersa nell’ultimo decennio e, sebbene la pratica si sia spostata verso l’avvio precoce dei bambini alle terapie a più alta efficacia, i dati che confermano questa pratica come approccio migliore sono emersi solo di recente. Questo si aggiunge alla letteratura che sostiene l’uso di terapie altamente efficaci in questa popolazione”, hanno aggiunto gli esperti.
Per questo studio, Laplaud e colleghi hanno utilizzato i dati provenienti da 36 centri SM francesi che partecipano al registro dell’Observatoire Français de la Sclérose en Plaques. Hanno incluso i pazienti che hanno ricevuto il primo trattamento prima dei 18 anni tra il 2010 e il 2022, con diagnosi di SM recidivante-remittente all’inizio del trattamento.
Dei 530 bambini inclusi, il 20% era trattato con terapie altamente efficaci e il 79,6% con terapie moderatamente efficaci al basale. L’età media era di 16 anni e il 68,7% erano ragazze. Il follow-up mediano è stato di 5,8 anni.
Le terapie moderatamente efficaci più utilizzate al basale erano interferone beta-1a, glatiramer acetato e dimetil fumarato, mentre le terapie altamente efficaci più utilizzate erano natalizumab, fingolimod e mitoxantrone. L’attività di malattia valutata con risonanza magnetica è stata definita come nuove lesioni in T2 o lesioni con incremento di gadolinio.
I motivi più comuni per l’interruzione del primo trattamento sono stati la non tollerabilità e l’inefficacia, e il rischio di interruzione a 2 anni era più alto con le terapie moderatamente efficaci che con quelle altamente efficaci. Circa la metà dei bambini in terapia moderatamente efficace che hanno cambiato trattamento sono passati a una terapia altamente efficace.
“I trattamenti ad alta efficacia sono meglio tollerati, con un minor rischio di switch e quindi una migliore compliance”, ha osservato Laplaud. “Lo studio suggerisce di dare priorità alla prescrizione di trattamenti ad alta efficacia nella SM pediatrica”.
Tra i 185 bambini che hanno iniziato il trattamento dopo la raccolta delle informazioni sugli eventi avversi gravi (SAE) a partire dal 2017, sono stati osservati solo sette SAE in cinque bambini.
Secondo gli esperti, lo studio presenta un bias di selezione, in quanto i pazienti che hanno ricevuto terapie altamente efficaci hanno più probabilità di avere ricadute e una maggiore disabilità. Ha aggiunto che pochi bambini stavano assumendo la terapia ad alta efficacia ocrelizumab e che oltre il 60% del gruppo di terapia moderatamente efficace stava assumendo interferone.
Gli autori hanno osservato che i risultati potrebbero essere stati ulteriormente influenzati da nuovi criteri diagnostici che consentono una diagnosi più precoce di alcuni bambini, entrati in vigore nel corso dello studio, e da una maggiore tendenza a iniziare prima le terapie più efficaci nei bambini.
Laplaud e il team hanno specificato che i dati sull’inefficacia utilizzati provenivano dal giudizio clinico, non da criteri predefiniti, e l’aderenza al trattamento non è stata valutata in modo specifico. Non sono stati raccolti dati sull’etnia, sullo stato socioeconomico, sull’accesso a un centro SM e su altri fattori sociali determinanti per la salute, che potrebbero influire sulla generalizzabilità dei dati. Gli studi sulla sicurezza a lungo termine sono fondamentali.
Nail Benallegue et al., Highly Effective Therapies as First-Line Treatment for Pediatric-Onset Multiple Sclerosis, JAMA Neurol. Published online February 12, 2024.