I profili del microbiota intestinale rilevati in campioni di feci di pazienti affetti da con artrite reumatoide (AR) sarebbero in grado di predire la loro risposta ai DMARDcs
I profili del microbiota intestinale rilevati in campioni di feci di pazienti affetti da con artrite reumatoide (AR) sarebbero in grado di predire la loro risposta ai DMARDcs. Queste le conclusioni di uno studio pubblicato su Rheumatology che ha anche dimostrato come la terapia con DMARD fosse stata responsabile del “parziale ripristino del microbioma ad uno stato più eubiotico” nei pazienti con AR che rispondevano bene al trattamento farmacologico.
Razionale e disegno dello studio
I DMARDcs, come è noto, rappresentano il trattamento di prima linea nell’AR, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio. La risposta al trattamento con i DMARD è specifica per il paziente, l’efficacia della dose è difficile da prevedere e i risultati a lungo termine sono variabili. È noto che il microbiota intestinale svolge un ruolo fondamentale nell’AR all’esordio e nelle fasi iniziali della malattia, come dimostra la sovraccrescita di Prevotella copri in pazienti affetti da AR nel microbiota intestinale.
E’ stato ipotizzato che la risposta clinica alla terapia possa essere mediata dal microbiota ma, fino ad ora, mancavano studi su larga scala che avessero valutato il microbioma sotto questo aspetto.
Di qui il nuovo studio, che si è proposto di valutare se la composizione del microbioma fosse associata e predittiva della risposta dei pazienti al trattamento con DMARD. Ciò in quanto un’accurata identificazione precoce di coloro che rispondono male alla terapia con questi farmaci consentirebbe di selezionare un trattamento alternativo (ad esempio, con farmaci biologici) e, probabilmente, di migliorare gli outcome di questi pazienti.
Per sondare questa connessione, i ricercatori hanno analizzato la composizione microbica in campioni di feci e saliva prelevati da pazienti con AR reclutati nello studio longitudinale e osservazionale Influence of Methotrexate on the Rheumatoid Arthritis Microbiome.
I dati clinici e i campioni sono stati raccolti al basale in 144 pazienti con AR naive ai DMARDcs (72,9% donne) e a sei settimane (n = 117) e 12 settimane (n = 95) di terapia con DMARD.
I campioni raccolti (n = 365 feci, n = 365 saliva) sono stati sottoposti a sequenziamento shotgun (Whole Genome Shotgun o WGS). Le misure dell’attività della malattia sono state raccolte in ogni timepoint considerato e sono stati determinati i miglioramenti minimi clinicamente importanti (MCII).
Risultati principali
Dopo sei settimane di trattamento con DMARD, sono emerse differenze nel microbioma tra i pazienti che avevano raggiunto il MCII e quelli che non avevano raggiunto questo obiettivo. Nello specifico, tra i pazienti che hanno raggiunto il MCII, si è ridotta la prevalenza di 13 taxa, sette dei quali erano specie del genere Prevotella.
A 12 settimane, si è ridotta in modo significativo la prevalenza di altri 13 taxa, 10 dei quali erano specie di Streptococcus.
I ricercatori hanno anche messo a confronto la composizione del microbioma della loro coorte di pazienti con AR precoce con quella di una coorte trattata con DMARD per un periodo di tempo pari o superiore a 12 mesi, valutata attraverso 212 campioni di feci e saliva provenienti dal Norfolk Arthritis Register.
In questo caso, rispetto ai campioni DMARD-naïve, la coorte a lungo termine presentava un microbioma con 32 taxa diversamente distribuiti, con una riduzione della prevalenza di specie di Prevotella (P. denalis, P. denticola, P. histicola, P. intermedia, P. melaninogenica, P. nigrescens, P. oris e P. ruminicola).
Riassumendo
Nel complesso lo studio ha dimostrato che:
– Il microbiota è in grado di differenziare la risposta ai DMARDcs
– La prevalenza di Prevotella spp nel microbiota si riduce dopo 6 settimane di trattamento
– La prevalenza di Streptococcus spp si riduce nei responder dopo 12 settimane di trattamento
– I DMARD sembrano ripristinare un microbioma alterato in uno stato più eubiotico
Pertanto, alla luce di questi risultati, si può affermare che i microbiomi forniscono un promettente strumento diagnostico per guidare le decisioni terapeutiche nel prossimo futuro, scrivono i ricercatori nelle conclusioni del lavoro.
Bibliografia
Danckert NP, et al. Treatment response in rheumatoid arthritis is predicted by the microbiome: a large observational study in UK DMARD-naive patients. Rheumatology. 2024; doi:10.1093/rheumatology/keae045.
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