Il padre di Ilaria Salis è a Strasburgo per presentare la candidatura alle elezioni europee della figlia tra le liste di Avs
“Mia figlia ha deciso di candidarsi alle elezioni europee non per scappare dal carcere ma perché ritiene di aver diritto a un processo giusto e equo. Ilaria si trova in questa situazione da circa 14 mesi e si trova in regime cautelare in un paese che ospita manifestazioni come il giorno dell’onore, che sarebbero vietate in paesi come Germania o Italia perché considerate apologia di nazismo e fascismo. Non è altresì possibile che all’interno di 2 Paesi dell’Unione per il medesimo reato, da una parte vi è il non luogo a procedere dall’altra c’è mia figlia che rischia 24 anni di carcere“. Lo dice Roberto Salis, padre di Ilaria durante una conferenza stampa da Strasburgo per presentare la candidatura alle elezioni europee della figlia tra le liste di Avs.
“Ritengo sia grave che per potersi rivolgere alla Corte europea per i diritti dell’Uomo, serva attendere tutti i gradi di giudizio in Ungheria, Ilaria rischia di passare 4 anni in regime cautelare per delle lesioni di pochi giorni, ammesso che sia colpevole“, conclude.
“COMUNICARE CON ILARIA DIFFICILE, MA CONTENTA DI CANDIDATURA”
“Mia figlia ha una condizione di carcere duro, può parlare 60 minuti a settimana con tre numeri. E’ difficoltoso parlare con lei e solo prendere la decisione di candidarsi è stato difficile”, aggiunge.
“Per lei rappresentano un’ulteriore opportunità per affrontare il suo dramma ed era abbastanza contenta, ma ripeto, i minuti sono molto pochi e ci sono altre questioni logistiche da affrontare, come i suoi indumenti o l’alimentazione”.
“CANDIDATURA NON PUÒ ESSERE AGGRAVANTE”
“Candidarsi al parlamento europeo non può costituire un’aggravante nella situazione giudiziaria di Ilaria, se questo dovesse succedere è necessario che le istituzioni italiane e europee facciano loro mestiere”, conclude il papà.