Ticket di 5 euro per entrare a Venezia: il 25 aprile è il primo giorno in cui si paga il contributo di accesso per la città, con tanto di varchi.
“Sappiamo che il mondo ci guarda”. L’assessore comunale al Bilancio Michele Zuin, era il 4 aprile, parlando alla stampa estera inquadrava così il ‘passo’ che Venezia farà da domani: il 25 aprile infatti è il primo giorno in cui si paga il contributo di accesso – cinque euro – per entrare in città, con tanto di varchi. Per il momento, il contributo sarà richiesto per 29 giornate.
LE 29 GIORNATE A PAGAMENTO
Dopo il 25 aprile, si pagherà anche il 26, 27, 28, 29 e 30 aprile 2024, 1, 2, 3, 4, 5, 11, 12, 18, 19, 25, 26 maggio 2024, 8, 9, 15, 16, 22, 23, 29, 30 giugno 2024 e 6, 7, 13 e 14 luglio 2024. L’obiettivo è “definire un nuovo sistema di gestione dei flussi turistici e disincentivare il turismo giornaliero a Venezia in alcuni periodi, in linea con la delicatezza e unicità della città, per garantirle il pieno rispetto che si merita”, disse il sindaco, Luigi Brugnaro.
Dunque, domani si comincia: l’importo per quest’anno è di cinque euro giornalieri e non sono previste riduzioni, né scatterà un aumento oltre un certo numero di accessi.
Sono esenti, a parte ovviamente residenti, pendolari e studenti, anche i turisti che dormono in città e altre categorie come gli sportivi che devono sostenere una gara o chi deve fare una visita (sotto l’elenco completo). Per avere l’esenzione, però, è necessario registrarsi e ottenere il codice di esenzione.
L’esordio del contributo d’accesso è stato preceduto da una campagna con spot in tv e radio, manifesti e locandine, brochure, internet, blog e social network basata sul claim “ma xe vero che” (ma è vero che…).
DOVE SI PAGA
Il contributo sarà applicato solo alla città antica e non alle isole minori tra cui il Lido di Venezia (compreso Alberoni e Malamocco), Pellestrina, Murano, Burano, Torcello, Sant’Erasmo, Mazzorbo, Mazzorbetto, Vignole, Sant’ Andrea, la Certosa, San Servolo, San Clemente, Poveglia. Non pagano i residenti nel Comune di Venezia, i lavoratori (dipendenti o autonomi), anche pendolari, gli studenti di scuole e Università che hanno sede nella città antica o nelle isole minori, i componenti dei nuclei familiari di chi risulta aver pagato l’Imu nel Comune di Venezia.
“EVITARE MASSE TURISTICHE NEGLI STESSI LUOGHI ALLA STESSA ORA”
“Si prenota e paga solo in alcune giornate che riteniamo più affollate di turismo giornaliero: quello che arriva tutto nella stessa fascia oraria, percorre le stesse strade e visita gli stessi luoghi e riparte a metà pomeriggio. Questo genera uno stress notevole” in queste zone. E allora ecco che con i cinque euro si tenta un “piccolo disincentivo alla scelta di quella giornata con invito a sceglierne altre”, ha spiegato stamattina a Radio 24 Simone Venturini, assessore al Turismo. Venezia diventa così “la prima città al mondo a sapere quanti turisti arriveranno il giorno dopo e questo ci permette di organizzare i servizi, i trasporti, la pulizia”. Inoltre, siccome chi pernotta lo deve dichiarare, il Comune si aspetta di far emergere strutture turistiche non in regola: tutti devono comunicare chi ospitano sennò non si è esclusi dal contributo per l’accesso.
“NESSUNO VUOLE CHIUDERE LA CITTÀ”
Venezia “negli ultimi anni ha un problema di qualità della vita delle persone, di civiltà e di rispetto delle norme. Nessun politico fa un provvedimento come questo perché è più facile stare fermi e non provare a trovare una soluzione. Noi ci proviamo per rendere più fruibile e vivibile la città”, ha detto il sindaco ribadendo che si tratta di una sperimentazione e specificando che “il costo sarà più alto di quello che incasseremo” nelle 29 giornate. “Il beneficio che ci attendiamo è qualche visitatore giornaliero in meno”. Comunque “nessuno vuole chiudere la città e che se qualcuno vorrà comunque venire in queste giornate da bollino nero potrà farlo”, pagando cinque euro e prenotando la visita in città. “Non è un provvedimento che faccio a cuor leggero, ma se continuiamo solo a parlare non faremo mai niente per preservare la delicatezza e bellezza di Venezia”, disse ancora Brugnaro alla stampa estera.
LA PIATTAFORMA
La riscossione. Il ‘cuore del sistema’ sarà la piattaforma multicanale e multilingue, realizzata da Venis Spa. La riscossione avverrà direttamente dal Comune di Venezia, soprattutto attraverso una web-app raggiungibile all’indirizzo https://cda.ve.it accedendo alla quale si potrà ottenere il titolo (QR Code) da esibire in caso di controlli. Il titolo attesta il pagamento del contributo o la condizione di esclusione/esenzione e andrà sempre conservato con sé.
CHI DEVE PAGARE
Chi dovrà pagare il contributo di accesso. Dovrà essere corrisposto da ogni persona fisica, con più di 14 anni, che acceda alla città antica del Comune di Venezia, salvo che non rientri nelle categorie di esclusioni ed esenzioni. In linea generale, il contributo sarà richiesto ai visitatori giornalieri che non soggiornano in strutture poste nel Comune di Venezia.
CHI È ESENTE
Chi sarà esentato dal pagamento. Devono registrarsi sul portale tutti coloro che soggiornano in strutture ricettive situate all’interno del territorio comunale (turisti pernottanti), i residenti nella Regione Veneto, i bambini fino ai 14 anni di età, chi ha necessità di cure, chi partecipa a competizioni sportive, forze dell’ordine in servizio, il coniuge, il convivente, i parenti o affini fino al terzo grado di residenti nelle aree in cui vale il Contributo di accesso, ed una serie ulteriore di esenzioni previste nel Regolamento.
I VARCHI E IL QR CODE
Accesso alla città. Saranno istituiti dei varchi fisici ai principali punti di accesso alla città, distinti da varchi prioritari per residenti e lavoratori. Degli steward verificheranno il qr code dei visitatori e saranno a disposizione per aiutare chi ne fosse sprovvisto a scaricare il titolo di accesso sul posto e pagare il contributo. Superati i varchi, qualora qualcuno fosse sprovvisto del contributo di accesso sarà multato dai verificatori che effettueranno controlli a campione.