“Il pezzo di carta” di Luca Bertazzoni, con la collaborazione di Marzia Amico, apre la puntata di Report stasera su Rai 3
L’appuntamento con le inchieste di “Report” è per domenica 28 aprile alle 20.55 su Rai 3 e su RaiPlay. In questo numero: “Il pezzo di carta” di Luca Bertazzoni, con la collaborazione di Marzia Amico. Nel 2021 l’allora ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta lancia il protocollo “Pa 110 e lode” che consente ai dipendenti pubblici di frequentare corsi di laurea a prezzi agevolati: il 50% è infatti a carico dello Stato. L’accordo, però, riguarda soltanto università pubbliche e private: le telematiche restano fuori. Stefano Bandecchi, fondatore di Unicusano, prima chiede di aderire, poi presenta ricorso al Tar: la sentenza stabilisce che la Funzione pubblica avrebbe dovuto rispondere, non obbligandola però alla stipula dell’accordo. Ma il nuovo ministro della P.A. Paolo Zangrillo ha subito esteso la convenzione anche alle telematiche del gruppo Multiversity, Pegaso, San Raffaele e Mercatorum. Lo Stato paga quindi il 50% della formazione dei propri dipendenti pubblici alle università private telematiche, che nel frattempo continuano a finanziare la politica.
A seguire, “Taxi del male” di Giorgio Mottola, con la collaborazione di Marco Bova, Greta Orsi. Un anno fa Giorgia Meloni ha promesso di dare la caccia agli scafisti in tutto il globo terracqueo. Dai dati emerge però in modo sempre più evidente che le persone arrestate perché alla guida dei barconi non hanno alcun collegamento con le organizzazioni criminali che organizzano la tratta. Come emerge dalle interviste ai protagonisti, i presunti scafisti sono quasi tutti soggetti costretti a guidare le imbarcazioni o con le minacce o per pagarsi il viaggio. Il decreto Cutro finora non ha dato frutti importanti ma nel frattempo continuano gli attacchi contro le ong che salvano vite in mare. Eppure, nonostante le accuse della politica, nell’arco di sette anni dalle prime inchieste giudiziarie, non è mai stato provato in sede giudiziaria alcun collegamento tra organizzazioni non governative e trafficanti. Documenti esclusivi provano invece come alcuni esponenti di primo piano del governo abbiano sfruttato a proprio vantaggio i depistaggi sulle ong alla base di alcune inchieste giudiziarie.
E ancora, “Aggiornamento il marmo della duchessa” di Bernardo Iovene, con la collaborazione di Lidia Galeazzo e Greta Orsi. Nella puntata del 21 aprile le affermazioni dell’imprenditore Alberto Franchi sul fatto che se un lavoratore si infortuna in cava è deficiente e che la causa dei morti sul lavoro degli ultimi dieci anni è solo colpa degli stessi lavoratori, hanno creato stupore e indignazione. In tutta la provincia di Massa Carrara c’è stata subito una mobilitazione dei sindacati, delle istituzioni e dei lavoratori, che hanno ritenuto offensive e arroganti le dichiarazioni di Franchi. Già martedì si sono riuniti in un’affollatissima assemblea fuori e dentro al municipio di Carrara e mercoledì hanno dichiarato uno sciopero dal lavoro e indetto una manifestazione molto partecipata. Alberto Franchi in una nota inviata al quotidiano la Nazione, ha chiesto scusa ai lavoratori del marmo e alla cittadinanza ritenendo le sue stesse parole inappropriate e si è detto dispiaciuto che le sue parole siano state percepite come un tentativo di scaricare la responsabilità della sicurezza sui dipendenti. Ma ormai lo tsunami, come lo ha definito lo stesso Quotidiano Nazionale, è partito e Carrara in questa settimana è in pieno subbuglio, tra assemblee, sciopero, manifestazioni e indignazione delle famiglie che hanno subìto dei lutti nelle cave di marmo. C’è stata anche un’interrogazione, firmata da 12 parlamentari, con cui si chiede conto al ministro del lavoro di prendere iniziative per garantire nelle cave di Carrara sia la sicurezza per gli operatori che il contenimento dell’inquinamento denunciato nel servizio di Report. E, infine, si sollecita a intervenire perché i materiali da estrazione siano finalmente considerati patrimonio indisponibile dei comuni e messi a gara.
Si chiude con “I grandi saggi” di Giulia Presutti. Con un decreto firmato il 7 novembre scorso, i ministri Gilberto Pichetto Fratin ed Elisabetta Alberti Casellati hanno nominato una commissione interministeriale per la riforma del Codice dell’ambiente. I cinquanta esperti si occuperanno di modificare e aggiornare il decreto legislativo che contiene tutta la normativa in materia di tutela dell’ambiente. I tempi sono serrati: lo schema di legge delega dovrà essere pronto entro settembre 2024. Fra i membri della Commissione, ci sono i rappresentanti di aziende che si occupano di costruzioni e anche di smaltimento rifiuti. Non mancano poi giuristi e illustri avvocati: Teodora Marocco è stata legale di SNAM, Elisabetta Gardini ha ricevuto il premio “Top Legal” nel 2019 per il lavoro fatto con Arcelor Mittal nell’acquisizione del gruppo ILVA, Pasquale Frisina è stato in passato avvocato del gruppo Caltagirone. Con una commissione così composta, quale direzione prenderà la normativa sulle autorizzazioni e sui controlli ai quali sono sottoposte le aziende? Insieme ai giuristi, in commissione c’è poi Vincenzo Pepe, fondatore dell’associazione Fare Ambiente e presidente, oggi onorario, della Fondazione Giambattista Vico. Nel 2020 la Guardia di Finanza di Salerno ha sottoposto la Fondazione e i suoi rappresentanti a un sequestro preventivo di un milione e ottocentomila euro. Pepe è a processo davanti al Tribunale di Vallo Della Lucania per evasione fiscale e truffa aggravata ai danni dello stato. Quali requisiti sono stati presi in considerazione nella scelta dei membri della Commissione? E i Ministri dell’Ambiente e delle Riforme hanno chiesto una verifica sui procedimenti giudiziari in corso?