Linfoma diffuso: bene brentuximab vedotin e lenalidomide più rituximab


Linfoma diffuso a grandi cellule B: con la combinazione di brentuximab vedotin e lenalidomide più rituximab miglioramento della sopravvivenza globale

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La combinazione di brentuximab vedotin e lenalidomide più rituximab  ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo della sopravvivenza globale (OS) rispetto a lenalidomide e rituximab più placebo in pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) recidivato o refrattario, secondo i risultati dello studio di fase 3 ECHELON-3 (NCT04404283).

L’entità del benefico non è ancora nota e in i risultati completi dello studio saranno presentati in occasione di un prossimo meeting medico. Il completamento dello studio è previsto per il 30 aprile 2027.

Brentuximab vedotin è attualmente approvato dalla Fda per 7 indicazioni tra linfomi Hodgkin e non Hodgkin. Pfizer, che in Usa commercializza il farmaco intende condividere con la FDA i risultati positivi di ECHELON-3 per ottenere l’ottava indicazione approvata in questa popolazione intent-to-treat.

La OS è l’end point primario dello studio ECHELON-3. Sono stati osservati miglioramenti anche negli end point secondari chiave della sopravvivenza libera da progressione (PFS) e del tasso di risposta globale (ORR). I risultati in termini di sicurezza e tollerabilità della combinazione sono stati in linea con quelli riportati in precedenza.

Il DLBCL è il tipo più comune di linfoma ed è un tumore del sangue aggressivo e a rapida crescita. Circa il 40% dei pazienti con DLBCL non risponde al trattamento iniziale o sviluppa una recidiva dopo il trattamento di prima linea.

“Questo è il terzo studio di fase 3 in un tipo di linfoma a dimostrare un beneficio in termini di sopravvivenza globale per la combinazione [di brentuximab vedotin]. Sulla base degli ottimi risultati di ECHELON-3, siamo entusiasti del fatto che questo farmaco possa rispondere a un’area di elevata necessità insoddisfatta nei pazienti con DLBCL recidivato o refrattario, indipendentemente dall’espressione del CD30”, ha dichiarato Roger Dansey, Chief Development Officer of Oncology di Pfizer (che in Usa commercializza il farmaco avendolo ricevuto in dote da Seagen, In Europa lo commercializza Takeda).

“Questi risultati sono particolarmente incoraggianti perché lo studio ha valutato pazienti pesantemente pretrattati, tra cui alcuni che hanno ricevuto una precedente terapia [con recettori chimerici dell’antigene (CAR) a cellule T]”, prosegue Dansey nel comunicato stampa.

Lo studio di fase 3 ECHELON-2 (NCT01777152) ha studiato brentuximab vedotin in combinazione con ciclofosfamide, doxorubicina e prednisone per il trattamento di pazienti con linfoma a cellule T CD30-positivo.I risultati presentati alla 41a conferenza annuale Chemotherapy Foundation Symposium Innovative Cancer Therapy for Tomorrow nel novembre 2023 hanno mostrato una PFS quasi triplicata rispetto allo standard di cura.

Informazioni sullo studio ECHELON-3 di brentuximab vedotin nel DLBCL
ECHELON-3 è uno studio multicentrico di fase 3, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, con l’arruolamento di 240 pazienti con DLBCL recidivato o refrattario.3 I pazienti nel braccio sperimentale ricevono brentuximab vedotin 1,2 mg/kg somministrato per via endovenosa (IV) più 375 mg/m2 di rituximab e 20 mg di lenalidomide orale.I pazienti nel braccio di confronto attivo ricevono gli stessi protocolli di rituximab e lenalidomide più placebo. Brentuximab vedotin e placebo vengono somministrati ogni 2 settimane.

Il rituximab viene somministrato il 1° ciclo, giorno 1, e un’ulteriore iniezione sottocutanea di 1400 mg è consentita ogni 3 settimane dal 2° ciclo, giorno 1, fino alla fine del trattamento.
L’end point primario dello studio è la OS, mentre gli end point secondari includono PFS, ORR, tasso di risposta completa, durata della risposta, incidenza di eventi avversi e OS nei pazienti CD30-positivi.

I pazienti devono avere una malattia recidivata o refrattaria a seguito di 2 o più linee di terapia sistemica precedente e non devono essere eleggibili al trapianto di cellule staminali o alla terapia con cellule CAR T.. Devono inoltre avere un ECOG performance status compreso tra 0 e 2.

I pazienti non sono eleggibili per la partecipazione allo studio se hanno un’anamnesi di un’altra neoplasia entro 2 anni, una malattia cerebrale o meningea attiva, un’infezione non controllata di grado 3 o superiore, se hanno ricevuto un precedente trattamento con brentuximab vedotin o lenalidomide o se stanno ricevendo farmaci immunosoppressivi.