Il monito di Mattarella per il Primo maggio: “Il lavoro non è una merce”. Il Capo dello Stato oggi in visita allo stabilimento Assolac-Granarolo a Castrovillari
“Domani è primo maggio. Festa del Lavoro. Dunque Festa della Repubblica, che i costituenti hanno voluto fondare proprio sul lavoro. Come disse all’Assemblea costituente il primo tra i proponenti di questa formula, Fanfani, ‘fondata non sul privilegio, non sulla fatica altrui’, ma sul lavoro di tutti. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della sua visita allo stabilimento Assolac-Granarolo a Castrovillari, in provincia di Cosenza, in occasione della visita in Calabria per la Festa del lavoro e dei lavoratori 2024. “E’ un elemento base della nostra identità democratica – ha aggiunto Mattarella – . Non si tratta soltanto di un richiamo ai valori di libertà e di eguaglianza ma dell’indicazione di un modello sociale vivo, proiettato verso la coesione e la solidarietà. Capace, quindi, di rimuovere continuamente, nel corso del tempo, gli ostacoli che sottraggono opportunità alle persone e impediscono il pieno esercizio dei diritti. Il lavoro è legato, in maniera indissolubile, alla persona, alla sua dignità, alla sua dimensione sociale, al contributo che ciascuno può e deve dare alla partecipazione alla vita della società”.
“IL LAVORO NON È UNA MERCE”
Per Mattarella “il lavoro non è una merce. Ha un valore nel mercato dei beni e degli scambi. Anzi, ne è elemento essenziale, perché senza l’apporto della creatività umana sarebbe privo di consistenza e di qualità. Ma proprio la connessione con la realizzazione della personalità umana conferisce al lavoro un significato ben più grande di un bene economico; lo rende elemento costitutivo del destino comune”. “Il lavoro deve essere libero da condizionamenti, squilibri, abusi che creano emarginazione e dunque rappresentano il contrario del suo ruolo e del suo significato – ha aggiunto Mattarella – . Fattori che rappresentano pesanti impedimenti al cammino dell’intera società. Il rilievo umano e costituzionale del lavoro deve spingere le istituzioni a ogni livello, e con esse tutti gli attori economici e sociali, a non sentirsi mai appagate fino al conseguimento di una piena buona occupazione”.