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Psoriasi: terapia con farmaci biologici riduce il rischio di mortalità

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Tra i pazienti affetti da psoriasi il rischio di mortalità era ridotto tra quanti avevano ricevuto una terapia sistemica con farmaci biologici

Tra i pazienti affetti da psoriasi il rischio di mortalità è risultato fortemente associato a danno epatico, malattie cardiovascolari e disturbi affettivi psichiatrici, ma era ridotto tra quanti avevano ricevuto una terapia sistemica con farmaci biologici, ha rilevato uno studio canadese pubblicato sul Journal of the American Academy of Dermatology.

«La psoriasi, una condizione infiammatoria cronica che colpisce circa il 3% delle popolazioni occidentali, comporta un rischio di mortalità più elevato rispetto agli individui sani, probabilmente inducendo un’infiammazione sistemica associata a numerose comorbilità, in particolare malattie cardiovascolari, sindrome metabolica e altre» hanno osservato l’autore senior Robert Gniadecki della Divisione di Dermatologia dell’Università di Alberta, Canada, e colleghi. «È stato affermato che l’uso di agenti immunomodulatori sistemici attenua l’infiammazione sistemica e potenzialmente migliora la sopravvivenza del paziente, tuttavia le evidenze a sostegno di questa ipotesi sono limitate».

Un ampio studio retrospettivo su pazienti affetti da psoriasi
Per studiare l’impatto delle comorbilità e delle terapie sistemiche sulla mortalità per tutte le cause nella psoriasi, i ricercatori hanno utilizzato il database Alberta Health Services Data Repository of Reporting dal 1 gennaio 2012 al 1 giugno 2019, che rappresenta una popolazione di base di 4,47 milioni di individui.

Hanno estratto i dati relativi a 18.618 casi di psoriasi e 55.854 controlli (età media in entrambe le coorti di 48 anni, 51% di sesso maschile) stratificando i casi secondo il Charlson Comorbidity Index (CCI), una misura surrogata del carico di comorbilità, e in base al tipo di terapia ricevuta. Hanno quindi condotto analisi statistiche per stabilire i rapporti di rischio degli effetti relativi di specifici fattori demografici e di comorbilità sulla mortalità all’interno dei gruppi.

Nella coorte affetta da psoriasi la mortalità era significativamente più alta rispetto ai controlli (rispettivamente 5,7% vs 3,8%, P<0,05), con un’età mediana al momento del decesso di 72 vs 74,4 anni.

Il CCI e le comorbilità erano fortemente predittivi della mortalità, in particolare del danno epatico indotto da farmaci ( hazard ratio, HR, 1,78), del disturbo bipolare e dell’idea suicidaria (HR 1,24-1,58) e delle principali malattie cardiovascolari, che includevano infarto del miocardio (IM), insufficienza cardiaca congestizia (CHF) e malattia cerebrovascolare (CVA) (HR 1,2-1,4).

Tra i pazienti nella coorte con psoriasi, la sopravvivenza dei trattati con agenti biologici è stata più elevata rispetto ai controlli, anche dopo l’abbinamento per CCI (rispettivamente 3,2% vs 4,4%, P<0,05).

«Questi pazienti mostrano anche una mortalità complessiva ridotta rispetto a quelli trattati con metotrexato o agenti topici» hanno scritto gli autori. «Non è stata riscontrata alcuna differenza nella mortalità tra i pazienti trattati con metotrexato e quelli gestiti con la terapia topica, ma questi due gruppi di trattamento hanno avuto una sopravvivenza superiore rispetto alla coorte non trattata».

Nonostante una migliore sopravvivenza tra i pazienti trattati con agenti biologici, non sono stati rilevati miglioramenti significativi nei loro profili di comorbilità. «In particolare, la frequenza delle malattie cardiovascolari maggiori (IM, CHF, CVA) era la stessa dei controlli e, nel complesso, la frequenza delle malattie codificate come cardiovascolari era leggermente aumentata» hanno osservato.

Sono stati segnalati come limiti dello studio il fatto che alcuni fattori non potessero essere misurati, come il tipo e la gravità della psoriasi, la risposta al trattamento, la storia di fumo e l’assunzione di alcol.

Relazione causale ancora da stabilire
«I risultati sono incoraggianti ma non sono in grado di stabilire una relazione causale tra il trattamento della psoriasi con farmaci biologici e la riduzione del rischio di mortalità» ha commentato Joel Gelfand, direttore del centro di trattamento della psoriasi e fototerapia presso l’Università della Pennsylvania, Filadelfia, non coinvolto nello studio. «Saranno necessari studi comparativi randomizzati per stabilire quali approcci al trattamento della psoriasi riducono il rischio di artrite psoriasica, malattie cardiovascolari e mortalità».

Adam Friedman, professore e presidente di dermatologia presso la George Washington University, Washington, ha osservato che «dati come questi ci consentono di razionalizzare il costo dei farmaci biologici che abbiamo a disposizione, dato che la gestione del carico ambulatoriale/ricovero di molte di queste comorbilità prosciugherà il sistema sanitario, molto più della gestione della psoriasi in sé. Certamente sono giustificati altri interventi per affrontare le ben note comorbilità della malattia, come quelle cardiovascolari ed epatiche, ma cosa succederebbe se si potessero prevenire questi problemi?».

Referenze

Riaz S et al. Negative impact of comorbidities on all-cause mortality of psoriasis patients is partially alleviated by biologic treatment: A real-world, case-control study. J Am Acad Dermatol. 2024 Feb 20:S0190-9622(24)00382-7. 

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