Al via il lavoro degli esperti nominati dai magistrati che indagano sulla strage alla centrale elettrica sul lago di Suviana dove il 9 aprile sono morte 7 persone
Illustrare l’attività della centrale idroelettrica di Bargi, spiegando il funzionamento dei gruppi di generazione 1 e 2. Spiegare quali lavori di ammodernamento sono stati svolti negli scorsi anni e se l’impianto era dotato di tutti gli apparati di sicurezza e protezione in caso di anomalie di funzionamento o guasti. Analizzare le attività di ‘commissioning’, vale a dire le prove e i test per studiare il comportamento dell’impianto fino al carico massimo consentito. E, infine, analizzare i due sistemi Scada (le cosiddette ‘scatole nere’), valutando se si tratti o meno di un accertamento irripetibile. Il tutto con l’obiettivo di accertare la dinamica dei fatti, ricostruire le cause dell’incidente ed individuare eventuali responsabilità. Questi, in sintesi, i quesiti che il procuratore capo di Bologna Giuseppe Amato e i sostituti Flavio Lazzarini e Michela Guidi hanno affidato ai quattro consulenti Carlo Alberto Nucci, Vincenzo Parenti Castelli, Enio Paris e Domenico Pianese, nominati per far luce sul disastro avvenuto lo scorso 9 aprile nella centrale sul lago di Suviana, costato la vita a sette persone.
LA PROCURA FISSA UNA PRIMA SCADENZA DI 60 GIORNI PER GLI ACCERTAMENTI
Al momento sul disastro è aperto un fascicolo contro ignoti, che ipotizza i reati di disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose. Questo pomeriggio si è tenuta in Procura una riunione durata oltre un’ora, a cui hanno partecipato, oltre ai quattro esperti, i legali nominati dai familiari di alcune delle vittime e i loro consulenti, i vertici dei Vigili del fuoco e i Carabinieri. Ai consulenti è stata data una prima scadenza di 60 giorni, a partire da oggi, per svolgere gli accertamenti.
IL LEGALE DEI FAMILIARI DI UNA VITTIMA: ‘SCATOLE NERE’ ANDRANNO MANEGGIATE CON CURA
Sui sistemi Scada, spiega all’uscita dalla Procura Gabriele Bordoni, legale dei familiari di una delle vittime, “deve intervenire un ausiliario che abbia le competenze necessarie per verificare quella componente e verificarne la tenuta di fronte alla possibilità di clonarla sul piano forense-informatico”. In sostanza, bisognerà capire “se si potrà intervenire su quei dispositivi senza compromettere nulla”. Da parte sua, Bordoni precisa che lui e gli altri legali nominati dalle famiglie delle vittime si sono “riservati di nominare altri esperti, ed eventualmente anche un ausiliario informatico, perché se le acquisizioni della Scada dovessero essere effettivamente determinanti bisognerà trovare un tecnico in grado di interloquire con un informatico di alto livello che possa copiare e analizzare quel materiale”.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT).