Referendum abolizione Jobs Act: Schlein sta con la Cgil ma spacca il Pd


La scelta di firmare o meno il referendum proposto dalla Cgil per abrogare il Jobs act divide il Pd e la segretaria Schlein non ha dubbi

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La segretaria del Pd Elly Schlein ribadisce la sua scelta di firmare il referendum della Cgil che chiede l’abolizione del Jobs Act: “Guardiamo sempre con interesse alle iniziative del sindacato. Non è una sorpresa, ho detto dall’inizio che tanti del Pd avrebbero firmato e anche io, che già nel 2015 ero in piazza con la Cgil contro l’abolizione dell’articolo 18. Credo che ancora oggi il tema di come interveniamo sui licenziamenti ingiusti sia attuale”, dice la leader Dem intervistata da Rtl.

Del resto, ricorda Schlein, la questione “era un punto fondamentale della campagna elettorale che abbiamo fatto per le primarie l’anno scorso ed è un punto di ricucitura rispetto ad alcune scelte sbagliate del passato che evidentemente anche i nostri elettori che ci hanno premiato alle primarie non ritenevano giuste”.

“SIAMO PARTITO PLURALE, RISPETTO CHI NON FIRMERÀ”

Nessun problema, secondo la segretaria del Pd, rispetto alla scelta che alcuni nel partito non andranno a firmare per sostenere i quesiti referendari: “Il Pd fa i congressi come nessun altro partito, discute e poi definisce una linea, che è una. Questo non vuol dire smettere di essere un partito plurale, come ho detto che tanti avrebbero firmato ho detto che altri legittimamente non lo faranno. La questione di fondo è che il partito è unito per le europee, abbiamo votato liste molto forti all’unanimità”.