Il dolore cronico, essendo un disturbo multidimensionale, va gestito in maniera combinata anche a livello farmacologico secondo una nuova analisi
La diagnosi e il trattamento del dolore cronico rappresentano una delle principali sfide cliniche per gli operatori sanitari. Un recente editoriale evidenzia che essendo un disturbo multidimensionale va gestito in maniera combinata anche a livello farmacologico.
Il dolore cronico influisce sul recupero e sulla funzionalità del paziente, provocando insoddisfazione e frustrazione tra i pazienti e i loro medici.
Gli obiettivi principali nel trattamento del dolore cronico sono fornire sollievo duraturo, ridurre notevolmente la sofferenza e migliorare la funzionalità e la qualità della vita. Il trattamento dovrebbe anche ridurre al minimo gli effetti collaterali e gli eventi avversi e fornire cure più convenienti.
Il dolore continuo è un disturbo multidimensionale che coinvolge aspetti fisici, cognitivi, psicologici e comportamentali. Data la sua natura complessa e gli obiettivi terapeutici, i medici sono consapevoli che qualsiasi trattamento singolo o combinato non è curativo.
Il trattamento del dolore cronico spesso comporta diverse combinazioni di farmaci, riabilitazione fisica, cambiamenti dello stile di vita, psicoterapia, interventi avanzati sul dolore, chirurgia e medicina complementare.
La terapia multimodale rappresenta l’evoluzione della cura per i pazienti affetti da risposte parziali o incomplete al trattamento convenzionale, che si verificano in un ambiente formale, come nei programmi di riabilitazione strutturati.
La terapia con un solo farmaco per il dolore cronico continuo raramente fornisce un sollievo soddisfacente. Pertanto, il trattamento farmacologico combinato è importante nella gestione del dolore multimodale. Trovare un equilibrio tra trattamento efficace ed effetti collaterali accettabili è un fattore chiave per il trattamento farmacologico del dolore.
Un trattamento efficace è difficile da definire e raramente significa completa remissione del dolore.
Una revisione di una serie di studi clinici sul dolore cronico ha considerato una riduzione del dolore del 30% clinicamente significativa perché i pazienti riferiscano una esperienza di dolore “decisamente migliore”.
Molti farmaci utilizzati nel trattamento del dolore cronico sono presenti nel sistema nervoso centrale come sostanze deprimenti e possono influenzare i livelli di energia dei pazienti e compromettere la mobilità, la memoria e la capacità di svolgere esercizio fisico, che sono fattori cruciali per una riabilitazione di successo.
I meccanismi alla base del dolore cronico variano notevolmente e sono ancora poco compresi; tuttavia, le persone affette sono spesso caratterizzate da una maggiore sensibilità a livello di sistema nervoso e da ipereccitabilità, problematiche che possono essere trattate con anticonvulsivanti, antidepressivi e oppioidi.
Analgesia multimodale
Ridurre le dosi dei farmaci per diminuire la sedazione non è sempre conveniente visto che vengono ridotti anche gli effetti analgesici. L’inclusione di un secondo farmaco con un effetto analgesico additivo (sinergico) ma nessun profilo di effetti collaterali cumulativi consente ai medici di prescrivere dosi più basse senza perdere l’efficacia analgesica o aumentare gli effetti collaterali.
L’uso della farmacoterapia di combinazione (analgesia multimodale) ha un’ampia base di evidenze nella gestione del dolore acuto e secondo gli autori dovrebbero essere esteso al trattamento del dolore cronico.
La terapia di combinazione è un approccio importante e comune nel trattamento del dolore cronico, i miglioramenti futuri dovrebbero includere lo sviluppo di strategie cliniche per prevedere risultati positivi e ottimizzare protocolli terapeutici combinati e individualizzati.
Un prudente approccio razionale prima che siano disponibili ulteriori informazioni dovrebbe includere un trattamento attento individualizzato, monitoraggio del rischio potenziale e follow-up del paziente. Gli autori sottolineano anche che è bene ricordare che “tutto il dolore cronico prima esisteva come dolore acuto”, e quindi è importante controllarlo.
Telma Zakka et al., Chronic pain: A big challenge Sao Paulo Med J. 2024 Feb 19;142(1):e20231421.
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