L’esposizione organizzata dalla Fundación Pedro Cano, e da Blue Gallery propone una selezione di diciotto acquerelli, di piccolo e medio formato, realizzati dal Maestro
Silvio Pasqualini direttore di Blue Gallery fedele alla sua missione di rompere gli schemi delle attuali pratiche espositive, propone fino al 4 giugno dopo due emergenti un artista ormai riconosciuto e con un forte tasso identitario, ponendo sulla stessa retta, con un cambio di marcia, in un’ottica atemporale, i giovani con i Maestri.
L’interesse dell’Artista spagnolo per i luoghi della cultura mediterranea si alimenta nel corso dei continui viaggi che hanno caratterizzato tutta la sua esistenza, nomade per indole e cultura. L’idea che la vita non termina dove finiscono le ultime case del proprio villaggio dell’entroterra murciano, infatti, ben presto lo convince che il viaggio sia parte imprescindibile della vita realizzando solo più tardi quale sterminata fonte di cultura avrebbe significato per lui la conoscenza di altre terre e quanto da queste avrebbe assorbito grazie al suo vagabondare per il mondo.
Pedro Cano, dunque, è il nomade che ama il ricordo del suo luogo natio – dove torna spesso per rigenerarsi tra i fori del suo giardino – e che, al contempo, cerca altrove una nuova patria; e sempre la trova senza mai dimenticare d’essere pittore con quaderni al seguito che ricolma ad ogni passo con schizzi e colori. Su questi traspone la grandiosità delle architetture e, al contempo, i riverberi del loro vissuto restituendo spazi unici, intimamente connessi alle genti che nei secoli li hanno edificati e vissuti.
Per trasferirli su sottili fogli di carta sceglie l’acquerello, il medium espressivo ideale per un viaggiatore come lui; una tecnica, di cui è un vero maestro, che non ammette ripensamenti o correzioni, che nasce senza disegno, senza traccia, prodigio di innato naturalismo e virtuosismo.