L’impiego a lungo termine di ixekizumab è sicuro, quando viene utilizzato in pazienti affetti da diverse malattie infiammatorie croniche
L’impiego a lungo termine di ixekizumab non è risultato associato all’emersione di nuovi segnali di safety, quando viene utilizzato in pazienti affetti da diverse malattie infiammatorie croniche, quali la psoriasi, l’artrite psoriasica (PsA) e la spondiloartrite assiale (axSpA). Queste le conclusioni di uno studio pubblicato su Arthritis Research & Therapy, i cui risultati sono in linea con quelli riportati in precedenza, che indicano livelli di sicurezza costanti.
Razionale e disegno dello studio
Come è noto, la psoriasi, la PsA e l’axSpA sono malattie infiammatorie croniche immuno-mediate spesso trattate con ixekizumab, un anticorpo monoclonale che ha come bersaglio terapeutico l’interleuchina-17A. Il monitoraggio della sicurezza per l’impiego a lungo termine di ixekizumab è fondamentale a causa dei potenziali eventi avversi (AE) e dell’aumento degli anni di esposizione dei pazienti, come sottolineato in precedenti analisi integrate.
Nell’attuale analisi integrata della sicurezza di 25 studi clinici, gli sperimentatori hanno voluto caratterizzare la sicurezza d’impiego a lungo termine di ixekizumab in pazienti con psoriasi, PsA e axSpA.
Analizzando i dati derivati da studi randomizzati e controllati, i ricercatori hanno valutato i tassi di eventi avversi emergenti dal trattamento (TEAEs), eventi avversi gravi (SAEs) e AEs selezionati di interesse in tutti gli studi combinati, considerando la durata della terapia e i risultati complessivi fino a marzo 2022.
Questi eventi avversi sono stati riassunti sotto forma di tassi di incidenza aggiustati per l’esposizione (IR) associati all’impiego di ixekizumab.
Per le analisi di sicurezza sono stati utilizzati i dati di tutti i pazienti che erano stato sottoposto almeno una volta a trattamento con ixekizumab, indipendentemente dalle modifiche della posologia o dal ricorso ai farmaci di salvataggio.
I ricercatori hanno messo in pool i dati relativi a 6.892 pazienti adulti con psoriasi, 1.401 con PsA e 932 con axSpA. La percentuale di pazienti di sesso maschile variava dal 48,5% al 69,7% e tutti i gruppi erano costituiti principalmente da pazienti di etnia Caucasica (>70% in tutte le diagnosi). Il tempo cumulativo di esposizione a ixekizumab è stato di 22.371,1 anni-persona (PY), con un tempo massimo di esposizione pari a 2.236, 1.219 e 1.241 giorni per i pazienti con psoriasi, PsA e axSpA, rispettivamente (mediana di trattamento compresa tra 1,3 e 2,7 anni).
Risultati principali
La nasofaringite è stato il TEAE più comunemente riportato in tutte le indicazioni di trattamento di ixekizumab, con tassi di incidenza per 100 PY pari a 8,8 per la psoriasi, 9,0 per la PsA e 8,4 per l’axSpA.
I tassi di incidenza per i SAE sono stati pari a 5,4 per 100 PY (n=969) tra i pazienti con psoriasi, 6,0 per 100 PY (n=134) tra quelli con PsA e 4,8 per 100 PY (n=101) tra quelli con axSpA.
I tassi di incidenza (IR) di TEAE per 100 PY non sono aumentati durante l’esposizione a ixekizumab.
Nello specifico gli IR sono diminuiti:
– tra gli anni 0-1 (88,9/100 PY) e gli anni 4-5 (63,2/100 PY) tra i pazienti con psoriasi
– tra gli anni 0-1 (87/100 PY) e gli anni 2-3 (67,3/100 PY) tra quelli con PsA
– tra gli anni 0-1 (82,1/100 PY) e l’anno 2 in poi (55,4/100 PY) tra quelli con axSpA
L’interruzione del trattamento a causa di AE è stata associata ad un IR per 100 PY pari a 2,9 per i pazienti con psoriasi, 5,1 per quelli con PsA e 3,1 per quelli con axSpA.
Gli IR delle reazioni al sito di iniezione per 100 PY sono stati pari a 5,9 tra i pazienti con psoriasi, a 11,6 tra quelli con PsA e a 7,4 tra quelli con axSpA, mentre gli IR per le infezioni da Candida sono stati pari, rispettivamente, a 1,9, 2,0 e 1,2.
I tassi di incidenza per depressione, eventi cerebro-cardiovascolari avversi maggiori, tumori maligni e malattie infiammatorie intestinali accertate sono stati pari almeno a 1,6 per 100 PY in tutte le diagnosi. I tassi di malattia infiammatoria intestinale sono stati pari a 0,1, 0,1 e 0,8 per 100 PY per i pazienti con psoriasi, PsA e axSpA, rispettivamente.
In totale, nel periodo in studio sono stati segnalati 45 decessi: 36 tra i pazienti con psoriasi (IR: 0,2/100 PY), 6 tra quelli con PsA (IR: 0,3/100 PY) e 3 tra quelli con axSpA (IR: 0,1/100 PY).
Riassumendo
Nonostante alcuni limiti metodologici dello studio ammessi dagli stessi ricercatori (breve durata della sperimentazione, dimensioni ridotte del campione di pazienti, differenti caratteristiche dei pazienti e dei trattamenti presi in considerazione), nel complesso i risultati rivelano che, per quanto le infezioni siano state i TEAE più comuni per tutte le indicazioni d’impiego del farmaco, nonchè il motivo più frequente di interruzione, la loro gravità è stata per lo più lieve o moderata.
Pertanto, i risultati finali del programma di fine studio sull’impego a lungo termine di ixekizumab in pazienti con PsO, PsA e axSpA, dovrebbero costituire un importante punto di riferimento per i medici che considerano il trattamento con questo anticorpo anti IL17A in questi pazienti, per un periodo prolungato.
Bibliografia
Deodhar A et al. Long-term safety of Ixekizumab in adults with psoriasis, psoriatic arthritis, or axial spondyloarthritis: a post-hoc analysis of final safety data from 25 randomized clinical trials. Arthritis Res Ther. Published online February 12, 2024. doi:10.1186/s13075-023-03257-7
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