Allergia alle graminacee, come riconoscere chi può beneficiare dell’Immunoterapia Allergene Specifica? La risposta in un documento di esperti
Lacrimazione degli occhi, prurito e congestione nasale, starnuti, caratteristiche secrezioni nasali liquide come l’acqua: sono alcuni dei sintomi tipici dell’allergia alle graminacee, una vasta famiglia di piante erbacee, spontanee e coltivate (quali i cereali), produttrici di polline e responsabili di reazioni allergiche nelle persone sensibilizzate, molte delle quali hanno una predisposizione ereditaria.
L’allergia alle graminacee ha una stagionalità che coincide con il momento di pollinazione, indicativamente con i mesi primaverili, sebbene si registrino variazioni legate a località geografica e condizioni climatiche. Non trascurabile, inoltre, la seconda fioritura, che si concentra intorno alla fine dell’estate e l’inizio dell’autunno. Inizia dunque un lungo periodo di poca pace per chi soffre di questa assai diffusa allergia respiratoria.
«Parliamo di una quota rilevante della popolazione italiana: si stima infatti che, in alcune aree, ne sia affetto fino al 20% degli individui», commenta Remo Poto, Allergologo e Immunologo Clinico dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. «I sintomi si manifestano spesso nella seconda infanzia, tra gli 11 e i 17 anni – continua Poto – ma possono presentarsi anche in età adulta. Se non trattata, l’allergia alle graminacee può portare a complicazioni (asma bronchiale e rinosinusite cronica) e influire significativamente sulla qualità di vita (disturbi del sonno e ridotta capacità di concentrazione)».
Eppure, nonostante l’incidenza e le conseguenze, l’allergia alle graminacee viene sottovalutata – se non addirittura ignorata – e sotto trattata, perlopiù per mancato riconoscimento dei sintomi, simili a quelli di un raffreddore comune, e limitato accesso a cure specialistiche. Ad oggi, il solo trattamento capace di agire sulle cause dell’allergia è l’Immunoterapia Allergene Specifica (AIT), che affianca le opzioni terapeutiche puramente sintomatiche, come gli antistaminici e i corticosteroidi topici.
Prosegue Poto: «L’AIT modifica il decorso naturale dell’allergia, riducendo la severità dei sintomi a lungo termine e prevenendo lo sviluppo di asma o di nuove sensibilizzazioni. Il trattamento si basa sulla somministrazione sublinguale quotidiana – per un tempo non inferiore a 3 e fino a 5 anni – di una dose crescente e controllata di estratti dell’allergene, fino alla completa desensibilizzazione. Terminato questo ciclo, l’AIT fornisce una protezione per un periodo che può durare fino a 10 anni.
Rimborsata in Italia, l’AIT è sicura, priva di effetti collaterali significativi, compatibile con i farmaci sintomatici e in grado di offrire benefici già dopo pochi mesi di terapia».
Come riconoscere chi può beneficiare dell’Immunoterapia Allergene Specifica? «Il documento Improving Allergen-Immunotherapy: Practical Tools for Young Allergists – spiega Poto – propone una flow-chart diagnostica e un modulo di eleggibilità per agevolare la valutazione clinica dei pazienti e la prescrizione dell’AIT seguendo le linee guida.
Questo lavoro, rivolto a medici neospecialisti e medici di base, fornisce criteri chiari per identificare i candidati all’AIT, evidenziando l’importanza di questo trattamento come opzione terapeutica personalizzata».
Il lavoro scientifico, curato dal gruppo italiano “POLLINATE” che vede protagonista il Dott. Poto e altri giovani allergologi attivi in varie regioni italiane, sarà presentato all’EAACI Congress 2024, il congresso annuale dell’European Academy of Allergy and Clinical Immunology, in programma a Valencia, Spagna, dal prossimo 31 maggio al 3 giugno.
“A differenza di quanto comunemente si pensa – chiarisce Simona Barbaglia, Presidente dell’Associazione Nazionale pazienti RESPIRIAMO INSIEME – APS – un allergico alle graminacee non ha “solo un po’ di naso che cola e qualche colpo di tosse” nella stagione primaverile, ma nel tempo, soffre di una varietà di sintomi e problemi che possono essere molto gravi.
I pazienti allergici sono spesso costretti ad assumere significative quantità di antistaminici, decongestionanti e cortisonici per naso ed occhi, farmaci per l’asma, sedativi per riposare, ansiolitici per affrontare le notti, caratterizzate da ansia, agitazione ed insonnia e giornate in cui sono spossati, stanchi, deconcentrati.
Questi farmaci agiscono sui sintomi, riducendo le conseguenze della reazione allergica, ma non risolvono il problema, mentre, come le evidenze scientifiche dimostrano, l’immunoterapia allergene specifica (AIT), è l’unica terapia causale, che agisce sulle cause della patologia, modificando in senso favorevole la storia della malattia.”