Con due genitori sovrappeso il rischio obesità da adulti è 6 volte superiore


I bambini che hanno due genitori obesi hanno una probabilità sei volte maggiore di sviluppare l’obesità in età adulta rispetto a quelli che hanno due genitori normopeso

L'obesità può rappresentare una minaccia significativa per portare a termine una gravidanza sana e aumentare il rischio di mortalità neonatale

I bambini che hanno due genitori obesi hanno una probabilità sei volte maggiore di sviluppare l’obesità in età adulta rispetto a quelli che hanno due genitori normopeso, e tre volte superiori se è obeso solo uno dei genitori, secondo i dati di uno studio norvegese che saranno presentati al prossimo European Congress on Obesity.

«Da ricerche precedenti sappiamo che l’obesità viene trasmessa dai genitori ai figli e agli adolescenti, tuttavia pochi studi hanno valutato questa associazione quando i figli sono ormai in età adulta» ha affermato in un’intervista Mari Mikkelsen del dipartimento di medicina di comunità presso la UiT Arctic University della Norvegia e dietista clinico presso lo University Hospital of North Norway. «Sapendo questo, non è stato sorprendente rilevare un’associazione, ma non era scontato che i numeri fossero così grandi».

Monitoraggio dei dati di salute nella Norvegia settentrionale
Per questa analisi i ricercatori hanno utilizzato i dati del Tromsø Study, uno studio in corso basato sulla popolazione, includendo 2.068 adulti di età compresa tra 40 e 59 anni che hanno partecipato alla settima indagine dello studio nel 2015-2016 e i cui genitori avevano completato la quarta indagine dello studio all’età di 40-59 anni nel 1994-1995. L’indice di massa corporea (BMI) stato raccolto sia per la prole che per i genitori e l’obesità è stata definita come un BMI di almeno 30 kg/m2.

Lo studio è iniziato nel 1974 a causa dell’alto tasso di mortalità per malattie cardiovascolari nella Norvegia settentrionale. Da allora sono state condotte sette indagini a distanza di 7-8 anni. Si tratta dello studio norvegese più duraturo e dispone della raccolta più completa di dati sanitari provenienti da questionari e misurazioni, campioni biologici e indagini cliniche. I risultati hanno contribuito all’assistenza sanitaria preventiva, con il risultato che nel 2012 il tasso di mortalità per malattie cardiovascolari nel nord era allo stesso livello del paese nel suo insieme.

La ricerca spazia dalle malattie cardiovascolari ad altre importanti sfide per la salute pubblica come cancro, diabete, attività fisica e dieta, salute degli adolescenti, invecchiamento e demenza, malattie polmonari, salute mentale, intossicazioni, dolore cronico, disturbi muscoloscheletrici, malattie orali, salute dentale e resistenza agli antibiotici, per citarne alcuni.

Probabilità di obesità triplicate con un genitore obeso
Dopo l’aggiustamento per le covariate, ogni deviazione standard, o aumento di 4 unità del BMI materno è stato associato a un aumento di 0,8 unità del BMI della prole. Allo stesso modo, ogni deviazione standard, o aumento di 3,1 unità del BMI paterno era collegato a un aumento di 0,74 unità del BMI della prole. Sono stati inoltre riscontrati forti legami tra lo stato di obesità dei genitori nella mezza età e quello dei loro figli alla stessa età.

Le probabilità di essere obesi in età adulta sono risultate tre volte più elevate per le persone che avevano solo la madre obesa (OR = 3,44) e quelle che avevano solo il padre obeso (OR = 3,74) rispetto ai soggetti con due genitori normopeso. Le probabilità di sviluppare l’obesità erano ancora più alte (sei volte) per quanti avevano entrambi i genitori obesi rispetto a due genitori con peso normale (OR = 6,01).

«Questi risultati sottolineano l’importanza della prevenzione precoce e del trattamento dell’obesità» ha affermato Mikkelsen. «È importante che i medici siano consapevoli della forte associazione, nonché dell’entità dell’obesità familiare. La società ha una grande responsabilità anche quando si tratta di promuovere uno stile di vita sano, compresa l’attività fisica e una dieta salutare. Sappiamo da ricerche precedenti che gli individui con una predisposizione genetica all’obesità sono molto più a rischio quando incontrano ambienti obesogeni in cui può essere facile alimentarsi in modo malsano».

Alcuni studi ipotizzano anche che i bambini tendano a sviluppare abitudini alimentari e di esercizio simili a quelle dei loro genitori, quando vivono insieme, con un conseguente stato simile di BMI. «L’obesità nell’infanzia, e soprattutto nell’adolescenza, tende a seguire l’individuo fino alla prima età adulta e quindi sospettavamo che avrebbe fatto lo stesso anche fino alla mezza età» ha spiegato. «E abbiamo scoperto che è proprio così, infatti i bambini i cui genitori hanno vissuto con l’obesità hanno molte più probabilità di vivere essi stessi con l’obesità quando hanno tra i 40 e i 50 anni, molto tempo dopo che hanno lasciato la casa dei genitori».

«Dalle nostre analisi non è possibile stabilire se questo sia dovuto ai geni o all’ambiente, ma molto probabilmente stiamo osservando una combinazione dei due» ha concluso. «Qualunque sia la spiegazione, la scoperta che l’obesità trasmessa da una generazione all’altra può persistere fino all’età adulta sottolinea l’importanza del trattamento e della prevenzione di una condizione che contribuisce in modo significativo alla cattiva salute e al decesso prematuro».

Referenze

Mikkelsen M et al. Abstract 572. Presented at: European Congress on Obesity; May 12-15, 2024; Venice, Italy.