Carenza di vitamina D, funzione renale alterata, impiego di diuretici dell’ansa e di inibitori di pompa protonica i maggiori predittori di iperparatiroidismo secondario
Ridotto stato vitaminico D, funzione renale alterata, impiego di diuretici dell’ansa e di inibitori di pompa protonica, BMI elevato: questi i maggiori predittori di iperparatiroidismo secondario (SHPT) identificati in uno studio pubblicato sulla rivista Bone.
Razionale e obiettivi dello studio
“Come è già noto dalla letteratura, la carenza di vitamina D è una condizione prevalente negli adulti anziani ed è una causa comune di iperparatiroidismo secondario (SHPT). In Irlanda, che si trova a 53oN, la sintesi cutanea di vitamina D è scarsa o pressochè nella stagione invernale, quando un quarto della popolazione anziana irlandese risulta essere in uno stato di carenza (25(OH)D sierica < 30 nmol/l) – scrivono i ricercatori nell’introduzione allo studio”.
La SHPT può provocare un aumento del turnover osseo, una perdita di densità minerale ossea (BMD), un deterioramento della qualità dell’osso ed è stata associata anche ad outcome extrascheletrici, tra cui ipertensione e malattie cardiovascolari.
“Altri studi – continuano i ricercatori – hanno rilevato che circa un terzo dei pazienti con carenza di vitamina D presenta iperparatiroidismo secondario. La relazione tra carenza di vitamina D e SHPT è complessa e altri fattori, tra cui la funzione renale, l’assunzione di calcio e fosfato con la dieta e i farmaci, possono influenzare i livelli sierici di PTH sierico. Tuttavia, l’importanza relativa di questi fattori non è chiara e la prevalenza dell’SHPT negli adulti irlandesi anziani è in gran parte sconosciuta”.
Di qui il nuovo studio, il cui obiettivo primario è stato quello di esaminare la prevalenza e i predittori di SHPT in un ampio campione di adulti irlandesi anziani senza CKD grave. Inoltre, in un sottogruppo di questi adulti, i ricercatori hanno cercato di esplorare la relazione tra SHPT e i marcatori del turnover osseo e la BMD.
Disegno dello studio
I ricercatori hanno individuato i partecipanti idonei al reclutamento nello studio (n = 4139) tra quelli provenienti dallo studio Trinity-Ulster-Department of Agriculture (TUDA), una coorte di adulti irlandesi di età ≥60 anni.
Tra i criteri di esclusione dallo studio vi erano una funzione renale compromessa in modo severo (eGFR <30 ml/min) e livelli di calcemia >2,5 mmol/l per escludere l’iperparatiroidismo dovuto a malattia renale cronica (CKD) avanzata e l’iperparatiroidismo primario, rispettivamente. Inoltre, è stata esaminata la relazione tra SHPT e i marcatori del turnover osseo e la BMD (misurata mediante densitometria) in un sottocampione di individui dello studio (n = 1.488).
Lo stato di carenza di vitamina D è stata definito da livelli di 25-idrossivitamina D [25 (OH)D] <30 nmol/l.
Risultati principali
Prevalenza e predittori di SHPT
I partecipanti allo studio avevano un’età media di 73,6 ± 7,9 anni, il 65,1% era di sesso femminile e il 19,4% presentava una condizione di carenza di vitamina D. La prevalenza di SHPT si è ridotta all’aumentare dei livelli di vitamina D, passando dal 30,6% nei soggetti carenti al 9,8% in quelli con 25(OH)D ≥ 50 nmol/l, ed è aumentata con il declino della funzione renale.
Nei non utilizzatori di integratori di calcio, i principali determinanti di SHPT sono stati la carenza di vitamina D (OR: 4,18; IC95%: 3,05-5,73, p < 0,001), valori di eGFR compresi nel range 30-44 ml/min (OR:3,69; IC95%: 2,44-5,57, p < 0,001), l’impiego di diuretici dell’ansa (OR: 3,52; IC95%: 2,59-4,79, p < 0,001) e, in misura minore, l’ indice di massa corporea (p = 0,001), valori di eGFR compresi nel 45-59 ml/min (p < 0,001) e livelli di 25(OH)D compresi nel range 30-49 nmol/l (p = 0,002).
Risultati simili sono stati osservati negli utilizzatori di integratori di calcio, sebbene anche gli inibitori della pompa protonica sono risultati associati ad insorgenza di SHPT (OR: 1,55, CI 1,08-2,22, p = 0,018), a differenza di livelli di vitamina D compresi nel range 30-49 nmol/l.
Risultati ulteriori
Nei partecipanti con SHPT rispetto a quelli non affetti da questa condizione, i marcatori del turnover osseo sono risultati più elevati: fosfatasi alcalina ossea (p = 0,017) e fosfatasi acida tartrato-resistente (p = 0,033). Al contrario, sono stati registrati livelli più bassi di BMD a livello del collo del femore (0,880 vs. 0,903 g/cm2, p = 0,033) e dell’anca (0,968 vs. 0,995 g/cm2, P = 0,017).
Riassumendo
In conclusione, i risultati di questa casistica irlandese mostrano che un adulto anziano su sei è affetto da SHPT, in associazione a valori più bassi di BMD e a concentrazioni più elevate di marcatori del turnover osseo.
Sia la carenza di vitamina D che livelli di 25(OH)D compresi nel range 30-49 nmol/l sono risultati essere dei predittori importanti di insorgenza di SHPT. Anche i diuretici dell’ansa e i PPI possono aumentare il rischio di SHPT e il loro uso deve essere attentamente considerato in questa popolazione.
A questo punto sono necessari nuovi studi che esaminino il potenziale impatto di questi fattori sulla salute di questi individui.
Bibliografia
Fitzpatrick D et al. Secondary hyperparathyroidism: Predictors and relationship with vitamin D status, bone turnover markers and bone mineral density. Bone. 2024 Apr 18;184:117108. doi: 10.1016/j.bone.2024.117108. Epub ahead of print. PMID: 38642819.
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