Il numero 1523 contro la violenza sugli uomini fa discutere


Numero 1523 contro la violenza sugli uomini. L’avvocato napoletano promotore: “Spiace per polemica furibonda e discriminatoria dei pari diritti”

violenza contro gli uomini

Dispiace per la errata interpretazione del progetto 1523 proprio da parte dell’onorevole Valente, le legge è uguale per tutti e del resto basta leggere l’art 1 della Costituzione, la violenza non può e non deve essere appannaggio di una sola parte. Se non si capisce che la violenza può essere ovunque allora non la si sconfiggerà mai e gli esseri umani saranno sempre in pericolo e senza pari tutele. Gli attacchi e la minaccia di censura non sono esempi di democrazia da parte dei centri antiviolenza alle donne, che devono avere anche altri interessi! Non è possibile che la tutela dei diritti possa esser di esclusivo appannaggio loro…”.

E’ questo l’incipit della richiesta di replica indirizzata alla Dire dall’avvocato napoletano Angelo Pisani dopo le osservazioni della senatrice dem Valeria Valente che, in relazione a manifesti affissi a Napoli per promuovere il numero 1523 dedicato alla violenza subita dai maschi, aveva dichiarato: “È un attacco non solo alle donne, ma anche ai centri antiviolenza: infatti nel corpo di questa pubblicità si utilizza come specchietto per le allodole un numero di telefono che rimanda e si contrappone in modo anche simbolico al 1522, numero nazionale del ministero per sostenere le donne vittime di violenza e dare loro i riferimenti dei Centri antiviolenza presenti in tutte le realtà”.

I MANIFESTI A NAPOLI E L’APPELLO A MANFREDI

A seguito della comparsa dei manifesti in alcuni punti del capoluogo campano trenta associazioni che si occupano di violenza di genere maschile contro le donne e oltre 250 donne hanno sottoscritto un appello indirizzato al sindaco Gaetano Manfredi in cui legge: “colpiscono negativamente le recenti campagne di comunicazione che in maniera fuorviante tendono a vanificare gli sforzi fatti finora e quelli ancora da fare”.

L’iniziativa del 1523 – spiega Pisani – è in aggiunta al 1522 di fatto delle donne, nasce a fronte delle tante richieste di abusi e violenze psicologiche come fisiche pervenute agli studi degli avvocati da parte di uomini stalkerizzati, sfruttati maltrattati o a rischio della vita, casi che purtroppo si verificano spesso anche in cronaca ma che non garantisco la stessa tutela e mediaticità”. “Il 1523 – sottolinea ancora il legale nella sua replica – è un progetto antiviolenza SALVATUTTI e senza discriminazioni o colori politici a tutela sia degli uomini che ovviamente delle donne, come dei bambini e degli anziani. A differenza del 1522, che di fatto raccoglie e gestisce solo segnalazioni di violenza sulle donne che hanno sempre più diritto ad ogni tipo di tutela come dovrebbero averla tutti gli esseri umani, nel nuovo spazio del 1523, creato insieme ad un gruppo di avvocati donna, chiunque stia subendo violenza può rivolgersi, senza discriminazioni di sesso“.

“IL SERVIZIO 1523 SI AGGIUNGE A QUELLO ISTITUZIONALE”

Per Pisani appare quindi “strumentale” una polemica “così furibonda e discriminatoria dei pari diritti degli uomini come dei giovani e bambini”. “Il nostro servizio – sottolinea – si aggiunge a quello istituzionale, al quale ovviamente non toglie nulla, anzi la concorrenza sempre contro ogni tipo di violenza aiuta a contrastare il male ed ogni illecito. Noi siamo i primi a batterci contro ogni forma di sopruso, cominciando dai maltrattamenti alle donne che possono arrivare fino al femminicidio, ma anche contro le gravi violenze psicologiche e le discriminazioni di ogni tipo”. “Noi – tiene a precisare Pisani – non chiediamo alcun finanziamento. Siamo avvocati, abbiamo con noi un team di psicologi ed assistenti sociali. Cerchiamo di fare la nostra parte al servizio di una società che sta diventando sempre più violenta”.

“TUTELARE DONNE, UOMINI ED OGNI ESSERE UMANO SENZA DISTINZIONI”

“L’appello rivolto al sindaco Manfredi dai centri antiviolenza donna della Campania per un Pd femminista, oltre che un esempio di violenza e discriminazione, è inopportuno e pretestuoso nella misura in cui l’obiettivo che il 1523 vuole perseguire è coerente con il lavoro che devono sempre portare avanti i centri antiviolenza: tutelare le donne ed anche gli uomini, tutti gli esseri umani senza distinzioni ed interessi”. Queste le parole delle avvocate del 1523 Angela Russo ed Annalisa Marcone che auspicano sia cancellata “ogni distinzione e discriminazione nella lotta alla violenza nel rispetto della parità dei diritti”.

“PER NOI LA VIOLENZA NON HA SESSO. E’ SEMPRE UN CRIMINE”

“Con il progetto 1523 – replica anche l’avvocata Antonella Esposito – si propone un paradigma diverso rispetto a quello seguito fino ad oggi. Non si può guardare solo alle donne, discriminando e generalizzando su tutti gli altri, ma è necessario guardare alla relazione interpersonale, da qui la domanda che compare sul manifesti: “Ma la violenza ha sempre lo stesso sesso?” Per noi la violenza non ha sesso è sempre un crimine. Se ogni anno aumentano gli stanziamenti sulla violenza sulle donne e aumentano anche i casi di violenza denunciati vorrà dire che è necessario affrontare questo tema anche in modo diverso. Stupisce che siano proprio le femministe, a cui questo tema è così caro, a bocciare senza appello ricette diverse da quelle utilizzate sino ad ora per la tutela delle donne ed il benessere di tutti. Tentare di bloccare il cambiamento e ignorare lo stato delle attuali politiche giuridiche che mettono sempre più al centro le persone allontana da quello che dovrebbe essere – chiosa Esposito – l’obiettivo comune”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT).