Site icon Corriere Nazionale

Gotta: il rischio cardiovascolare aumenta nelle donne e nei pazienti più giovani

Gotta: incremento dei tassi di risposta alla terapia del 32% quando si aggiunge metotressato al trattamento con pegloticasi

L’eccesso di rischio di malattie cardiovascolari nei pazienti con gotta è più elevato tra le donne e nei pazienti di età inferiore ai 45 anni

L’eccesso di rischio di malattie cardiovascolari nei pazienti con gotta – tra cui insufficienza cardiaca e aritmie – è più elevato tra le donne e nei pazienti di età inferiore ai 45 anni. Questo il responso di uno studio recentemente pubblicato su The Lancet Rheumatology.

Razionale e disegno dello studio
“Per quanto siano disponibili in letteratura numerosi studi che hanno valutato l’associazione esistente tra la gotta e la malattia cardiovascolare aterosclerotica – scrivono i ricercatori nell’introduzione allo studio – fino ad ora non erano disponibili molti studi di elevata qualità metodologica che avessero valutato l’associazione tra la gotta ed altre malattie CV quali le malattie valvolari, il tromboembolismo venoso, l’insufficienza cardiaca, la pericardite e l’endocardite infettiva”.

“Colmare questa lacuna – continuano – è importante, dato che questi outcome cardiovascolari sono diventati più comuni in molti Paesi ad alto reddito grazie alla riduzione degli outcome avversii aterosclerotici”.
Di qui il nuovo studio, che si è proposto di capire meglio come varia il rischio di malattie cardiovascolari nella gotta a seconda delle condizioni specifiche.

Lo studio, avente un disegno caso-controllo, ha incrociato i dati delle cartelle cliniche elettroniche del Clinical Practice Research Datalink del Regno Unito relativi a pazienti di età pari o inferiore a 80 anni al momento della prima diagnosi di gotta tra il 2000 e il 2017 con quelli relativi ad un massimo di 5 controlli, selezionati a casi tra gli individui non affetti da gotta. I pazienti con gotta inclusi nello studio erano liberi da malattie cardiovascolari fino a 12 mesi dopo.

I ricercatori hanno esaminato la prevalenza di aneurisma aortico, aritmie cardiache, insufficienza cardiaca, cardiopatia ischemica, miocardite e pericardite, malattia arteriosa periferica, endocardite infettiva, ictus, malattie valvolari e tromboembolia venosa o embolia polmonare.

Lo studio ha incluso 152.663 pazienti con gotta, il 20,6% dei quali ha sviluppato malattie cardiovascolari nel corso di un follow-up mediano di 6,5 anni, e 709.981 controlli appaiati, il 15% dei quali ha sviluppato malattie cardiovascolari.

Risultati principali
In base ai modelli di rischio proporzionale di Cox, è emerso un eccesso di rischio CV tra i pazienti con gotta per tutte le malattie cardiovascolari prese in esame. Nello specifico, i pazienti con gotta hanno presentato un rischio maggiore di malattie cardiovascolari rispetto ai controlli (HR = 1,58; IC95%: 1,52-1,63), in particolare tra le donne (HR = 1,88; IC95%: 1,75-2,02) e gli individui di età pari o inferiore a 45 anni (HR = 2,22; IC95%: 1,92-2,57).

L’aggiustamento dei dati in base alla presenza di fattori di rischio cardiovascolare come la pressione sanguigna, il BMI e lo stato di fumatore ha “attenuato ma non eliminato” l’eccesso di rischio di malattie cardiovascolari legate alla gotta (HR aggiustato = 1,31; IC95%: 1,27-1,36).

Riassumendo
Alla luce di queste osservazioni, i ricercatori hanno concluso che l’eccesso di rischio cardiovascolare “sembra essere spiegato solo in parte dai tradizionali fattori di rischio cardiovascolare”.
“Per questo motivo – aggiungono – l’aggiunta della gotta nei punteggi di rischio cardiovascolare utilizzati di routine, come il QRISK, e la sua inclusione nelle linee guida per la prevenzione delle malattie cardiovascolari sembrano giustificate. Di qui la necessità di sviluppare e implementare ulteriormente le strategie per ridurre il rischio cardiovascolare nei pazienti con gotta”.

Bibliografia
Jägerback S et al. Predictors of renal flares in systemic lupus erythematosus: a post-hoc analysis of four phase III clinical trials of belimumab. Rheumatology. Published online January 12, 2024. doi:10.1093/rheumatology/keae023
Leggi

Exit mobile version