Alzheimer e Parkinson: attivatori adrenergici combinati efficaci


Per contrastare il decadimento cognitivo in Alzheimer e Parkinson, dati positivi in fase 2 per attivatori adrenergici combinati

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Sono positivi i dati di uno studio di fase 2a effettuato con una combinazione di attivatori adrenergici, CST-2032/CST-107, in pazienti con lieve deterioramento cognitivo o lieve demenza da malattia di Alzheimer (AD) o Parkinson (PD). Lo annuncia in un comunicato l’azienda sviluppatrice, CuraSen Therapeutics.

CST-2032 è un agonista orale (che attraversa la barriera emato-encefalica) dei recettori adrenergici beta-2, ed è somministrato in combinazione con CST-107 (nadololo), un beta-bloccante che invece non raggiunge il cervello, che ha la funzione di inibire gli effetti periferici dell’agonismo dei recettori adrenergici beta-2. CST-2032 funziona consentendo la riattivazione della funzione adrenergica cerebrale persa all’inizio del decorso neurodegenerativo, come l’altro candidato principale dell’azienda CST-103, anch’esso un agonista dei recettori adrenergici beta-2.

Lo studio crossover randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco, condotto negli Stati Uniti e in Nuova Zelanda, ha valutato 64 pazienti con decadimento cognitivo lieve (MCI) o demenza lieve da AD o PD. Gli obiettivi dello studio erano determinare la sicurezza e la tollerabilità di CST-2032/CST-107, identificare sia il dosaggio ottimale sia i test cognitivi responsivi allo stimolo agonista entro il periodo di somministrazione di 2 settimane.

I partecipanti hanno ricevuto 3 mg di CST-2032 con 3 mg di nadololo o placebo ogni giorno per 14 giorni, seguiti da un periodo di wash-out di almeno 7 giorni prima di passare all’altro braccio di trattamento. I ricercatori hanno valutato la cognizione utilizzando il Digit symbol substitution test, il Cambridge neuropsychological test battery e il facial expression recognition task.

Effetti importanti in diversi domini come attenzione e memoria
Secondo il comunicato, CST-2032/CST-107 ha dimostrato «effetti statisticamente e clinicamente importanti» in diversi domini, tra cui l’attenzione, la funzione esecutiva, il riconoscimento facciale, il controllo degli impulsi e la memoria. Le dimensioni dell’effetto target di almeno 0,2-0,3 nello studio predicono il successo in studi più ampi e più lunghi.

Non sono stati segnalati eventi avversi gravi, si legge nel comunicato, senza aumenti della frequenza cardiaca osservati da 1 a 4 ore dopo la somministrazione.

Entro la fine dell’anno, l’azienda prevede di avviare studi più lunghi su CST-2032/CST-107 e CST-103/CST-107 in pazienti AD e PD con MCI e sviluppare anche compresse combinate a dose fissa per ciascun farmaco candidato.

«Il robusto set di dati collettivi dimostra che questo nuovo meccanismo d’azione per ripristinare la funzione adrenergica del cervello è una strategia molto convincente per affrontare i sintomi insoddisfatti della neurodegenerazione» ha dichiarato Anthony Ford, CEO di CuraSen.

«Nei nostri prossimi studi di fase 2, abbiamo in programma di valutare dosi aggiuntive e perfezionare i profili ottimali dei pazienti, con l’obiettivo di aumentare significativamente le prestazioni cognitive e, in ultima analisi, arrestare la progressione della malattia» ha aggiunto Ford.