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Perché era in carcere Chico Forti? La storia del 65enne tornato in Italia dopo 24 anni

chico forti

Chi è Chico Forti? Perché è stato condannato all’ergastolo? Dal windsurf alla produzione tv, la storia del 65enne tornato in Italia dopo 24 anni di detenzione in Florida

Enrico Forti, tornato in Italia dopo 24 anniè nato a Trento l’8 febbraio 1959. Soprannominato Chico, prima di intraprendere la carriera da produttore televisivo è stato uno sportivo a livello agonistico. Atleta di windsurf, nel 1985 è stato il primo italiano a competere nella coppa del mondo di categoria. Un incidente stradale lo ha costretto ad abbandonare lo sport.

LA CARRIERA DA PRODUTTORE

Nel 1990 decise di fondare la Hang Loose, società che si occupa della realizzazione di pellicole video e documentari. Celebre, nel 1997, la video inchiesta sulla morte di Gianni Versace: “Il sorriso della Medusa”. In molti ritengono che il documentario, nel quale viene messo in dubbio l’operato della polizia di Miami, possa essere una delle cause del trattamento riservato all’uomo dalla giustizia e dalle forze dell’ordine statunitensi.

LA MORTE DI DALE PIKE

15 febbraio 1998. Dale Pike, 42enne originario di Sidney, venne trovato senza vita sulla spiaggia di Sewer Beach a Miami, in Florida. Sul corpo, lasciato completamente nudo, la scientifica ritrovò i segni di due colpi di pistola calibro 22 alla nuca. Figlio di Anthony Pike, proprietario del Pikes Hotel di Ibiza, era arrivato negli Stati Uniti il giorno prima della sua morte. Aveva incontrato Forti, con il quale stava trattando la cessione dell’albergo. Secondo le ricostruzioni, Pike arrivò in auto fino al parcheggio di un ristorante per vedersi con Forti. Nella seconda (poi vedremo perché) versione dell’italiano, i due si salutarono intorno alle 19. Poche ore dopo, Pike venne ucciso. La morte, fu accertato, avvenne in una fascia compresa tra le 20 e le 22. 

L’INTERROGATORIO

Dopo pochi giorni, la polizia di Miami interrogò Forti come persona informata sui fatti. L’errore fatale dell’italiano fu inizialmente negare di aver incontrato Dale Pike prima della morte. La polizia, infatti, dopo poco venne a sapere del suo rapporto con la vittima. Il 20 febbraio Chico Forti tornò negli uffici della polizia di Miami, senza un legale, con una serie di documenti sui rapporti di affari intrattenuti con la vittima. Dopo 14 ore di interrogatorio, Chico Forti fu arrestato.

LA SENTENZA

Chico Forti venne condannato, secondo quanto riportato sul sito chicoforti.com “per aver personalmente e/o con altre persone allo Stato ancora ignote, agendo come istigatore e in compartecipazione, ciascuno per la propria condotta partecipata, e/o in esecuzione di un comune progetto delittuoso, provocato, dolorosamente e preordinatamente, la morte di Dale Pike“.

“La sentenza – si legge – lasciò esterrefatti i presenti e quanti avevano seguito il dibattimento processuale, increduli che una giuria abbia potuto emettere “oltre ogni ragionevole dubbio”, un verdetto di colpevolezza basato soltanto su flebili e confuse prove circostanziali. Successivamente attente verifiche e valutazioni sulla fondatezza di queste “prove circostanziali” hanno prodotto una tale quantità di dubbi, che il sospetto che i fatti siano andati in modo completamente diverso da come sono stati presentati dall’accusa, è divenuto certezza. Valutando meticolosamente una per tutte le accuse basate su fatti ed antefatti, si è scoperta una serie infinita di manomissioni delle “prove circostanziali” da parte dell’accusa, con l’unico scopo di ottenere un verdetto di condanna”.

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