L’American Society of Clinical Oncology (ASCO) ha aggiornato le sue linee guida sull’uso della terapia sistemica per il carcinoma epatocellulare avanzato
L’American Society of Clinical Oncology (ASCO) ha aggiornato le sue linee guida sull’uso della terapia sistemica per il carcinoma epatocellulare avanzato. Il documento aggiornato è stato pubblicato di recente sul Journal of Clinical Oncology.
Terapia di prima linea
Per i pazienti con carcinoma epatocellulare avanzato di classe Child-Pugh A che hanno un punteggio del performance status ECOG pari a 0 o 1, le linee guida raccomandano come trattamento di prima linea le combinazioni atezolizumab più bevacizumab o durvalumab più tremelimumab (una raccomandazione forte basata su evidenze di qualità da moderata ad alta).
I pazienti nei quali le sopra citate combinazioni sono controindicate possono essere trattati con sorafenib, lenvatinib o durvalumab come alternative (una raccomandazione forte basata su prove di qualità moderata).
Terapia di seconda linea
Per i pazienti con carcinoma epatocellulare avanzato di classe Child-Pugh A che presentano un buon performance status, le raccomandazioni per il trattamento di seconda linea variano in base al trattamento effettuato in prima linea.
Coloro che in prima linea sono stati trattati con atezolizumab più bevacizumab possono effettuare in seconda linea uno qualsiasi dei seguenti trattamenti:
– un inibitore delle tirosin chinasi (TKI) – come sorafenib, lenvatinib o cabozantinib – oppure ramucirumab (una raccomandazione debole basata su prove di bassa qualità);
– la combinazione nivolumab più ipilimumab (raccomandazione supportata da dati provenienti da serie di casi);
– la combinazione durvalumab più tremelimumab (non ci sono dati a supporto di questa raccomandazione).
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Per i pazienti che in prima linea hanno ricevuto durvalumab più tremelimumab, in seconda linea si raccomanda la terapia con un TKI (una raccomandazione debole basata su evidenze di bassa qualità). Si può prendere in considerazione anche la combinazione atezolizumab più bevacizumab, ma non ci sono dati a supporto di questa raccomandazione.
Se un paziente in prima linea è stato trattato con sorafenib o lenvatinib, la terapia di seconda linea può consistere in una delle seguenti opzioni (raccomandazione debole basata su prove di bassa qualità):
– un altro TKI (cabozantinib o regorafenib);
– ramucirumab;
– la combinazione nivolumab più ipilimumab;
– durvalumab;
– la combinazione atezolizumab più bevacizumab (per i pazienti che non hanno avuto accesso a questa combinazione in prima linea);
– la combinazione durvalumab più tremelimumab (per i pazienti che non avevano accesso a questa combinazione in prima linea).
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Per i pazienti trattati in precedenza con sorafenib o lenvatinib, può essere preso in considerazione anche un trattamento con pembrolizumab e nivolumab.
Terapia di terza linea
Per la terapia di terza linea, i pazienti con carcinoma epatocellulare avanzato di classe Child-Pugh A e un buon performance status possono essere trattati con uno qualsiasi degli agenti sopra citati, purché non abbiano un meccanismo d’azione identico alle terapie precedenti (raccomandazione debole basata su evidenze di bassa qualità ).
Per i pazienti con malattia di classe Child-Pugh B e un buon performance status, i medici dovrebbero tenere in considerazione la funzionalità epatica di base dei pazienti, il rischio di sanguinamento, la presenza di ipertensione portale, l’entità della diffusione extraepatica, il carico tumorale e l’invasione vascolare maggiore. Ci sono alcuni dati, limitati, che suggeriscono come i regimi tipicamente utilizzati per i pazienti con malattia di classe di Child-Pugh A possano essere utili anche per quelli con cirrosi in classe Child-Pugh B non trattati (raccomandazione debole basata su prove di bassa qualità).
Bibliografia
J.D. Gordan, et al. Systemic therapy for advanced hepatocellular carcinoma: ASCO guideline update. J Clin Oncol. Published online March 19, 2024. Leggi