Infezioni cardiovascolari: 10 società scientifiche statunitensi pubblicano raccomandazioni di consenso su come incorporare al meglio l’imaging avanzato con radionuclidi
Per aiutare a guidare i medici nella valutazione delle sospette infezioni cardiovascolari, tra le quali l’endocardite infettiva, l’American Society of Nuclear Cardiology (ASNC) e altre 10 società scientifiche statunitensi hanno pubblicato, sul “Journal of Nuclear Cardiology” e su varie altre riviste (“Clinical Infectious Diseases”, “Heart Rhythm” e “JACC: Cardiovascular Imaging”), una serie di raccomandazioni di consenso su come incorporare al meglio l’imaging avanzato con radionuclidi.
Le infezioni che coinvolgono le valvole native e protesiche, i dispositivi elettronici impiantabili cardiovascolari (CIED) e i materiali protesici come innesti, condotti e cerotti sono un problema crescente, guidato da un maggiore uso di dispositivi impiantati e dall’uso sempre più diffuso di farmaci iniettivi, fa notare il gruppo di scrittura presieduto da Jamieson Bourque, dell’University of Virginia Health System di Charlottesville. Tali infezioni sono accompagnate da alti tassi di morbilità e mortalità.
In questo contesto, « l’imaging avanzato con tecniche con radionuclidi hanno un ruolo importante per offrire informazioni dettagliate partendo dalle solide basi create da ecocardiografia, TC, valutazione clinica, emocolture, e così via» rilevano Bourque e colleghi.
Focus su 18F-FDG PET/CT e SPECT/CT con leucociti radiomarcati
In particolare, qui si fa un riferimento specifico a due tecniche tomoscintigrafiche ibride: la 18F-fluorodesossiglucosio (FDG) PET/CT e la SPECT/CT con leucociti radiomarcati, che sono appunto trattate nel nuovo documento.
Questo tipo di imaging con radionuclidi «è sempre stato uno strumento con dati crescenti a sostegno dell’utilità del suo utilizzo, ma non c’è mai stata un’analisi approfondita delle indicazioni cliniche e delle caratteristiche diagnostiche chiave né un algoritmo diagnostico completo per l’uso di questo strumento» affermano gli specialisti.
Questa nuova serie di raccomandazioni, creata con il contributo di esperti in imaging, cardiologia, elettrofisiologia, chirurgia cardiotoracica e malattie infettive, è la prima di una serie di documenti chiamati “ASNC Imaging Indications” (ASNC I2), che si concentrerà sul ruolo dell’imaging con radionuclidi nella valutazione del coinvolgimento cardiovascolare in una serie di malattie sistemiche complesse.
Queste modalità di imaging avanzate possono aiutare a migliorare la valutazione delle infezioni cardiovascolari al di là di quanto raccolto dalla valutazione clinica, dalle emocolture e dall’ecocardiografia, metodi che potrebbero non essere sufficienti per giungere a una diagnosi definitiva.
Migliore accuratezza diagnostica e informazioni non ricavabili con altre tecniche
«L’imaging con radionuclidi mediante 18F-FDG PET/TC e la scintigrafia SPECT/CT con leucociti radiomarcati ha dimostrato di migliorare l’accuratezza diagnostica e, in particolare, può valutare il coinvolgimento periprotesico, le manifestazioni extracardiache come l’embolia del materiale settico, e anche le aree che l’ecocardiografia non può valutare, come le tasche del pacer nei pazienti con dispositivi, così come le pompe nei pazienti con dispositivi di assistenza ventricolare [VAD], e il coinvolgimento di materiale protesico che altrimenti non sarebbe visibile» spiegano Bourque e colleghi.
Queste nuove raccomandazioni di consenso riguardano l’uso della 18F-FDG PET/TC e della SPECT/CT con leucociti radiomarcati nel contesto di altre modalità di imaging, tra cui l’ecocardiografia e l’angiografia TC cardiaca. Dopo aver condotto una revisione della letteratura, il gruppo di scrittura ha creato criteri diagnostici di consenso per l’infezione cardiovascolare e un approccio algoritmico alla diagnosi, con diagrammi di flusso che coprono la sospetta endocardite valvolare nativa o protesica e l’infezione di CIED, VAD e materiale protesico.
Gli autori esaminano anche le indicazioni cliniche per l’uso dell’imaging con radionuclidi in questi vari tipi di infezioni cardiovascolari e forniscono esempi di casi, con immagini, per illustrare come queste modalità possono essere utilizzate.
Inoltre, il documento fornisce valutazioni di adeguatezza quando 18F-FG PET/TC e la SPECT/CT con leucociti radiomarcati sono utilizzati in vari scenari, con tabelle corredate di scale colorimetriche per aiutare il lettore.
Indicazione chiave: endocardite nota o sospetta della valvola protesica
«Queste valutazioni evidenziano che le prove dimostrano l’utilità, ma non implicano la necessità di eseguire l’imaging avanzato» scrivono Bourque e coautori. «Le informazioni ricavabili dell’esame devono essere attentamente considerate in ogni singolo caso dagli esperti del team locale di endocardite al fine di abbinare le prestazioni del test con un appropriato sospetto clinico».
In particolare, riguardo alle raccomandazioni chiave, Bourque e colleghi osservano che «c’è un ruolo maggiore nell’endocardite sospetta o nota della valvola protesica e c’è un ruolo chiave nei pazienti che hanno esami non chiari o non diagnostici».
Inoltre, «mentre è riconosciuto un ruolo per l’uso anche in pazienti con endocardite nota in cui si valutano manifestazioni extracardiache, si definisce come ruolo più importante quello nei pazienti in cui c’è una possibile endocardite infettiva o l’approccio iniziale ha rifiutato l’endocardite infettiva ma c’è un sospetto clinico moderato o superiore» sottolineano gli esperti.
Di particolare rilievo il fatto che, nel documento, si sottolinei come l’imaging avanzato con tecniche radionuclidiche possa aiutare a guidare la terapia medica e il processo decisionale chirurgico.
Dato maggiore dettaglio a metodi già inseriti nelle linee guide ESC
Da notare, a tale proposito, che altri documenti di orientamento, tra cui le linee guida sull’endocardite dell’European Society of Cardiology (ESC), hanno iniziato a incorporare l’uso dell’imaging con radionuclidi nella valutazione delle infezioni cardiovascolari.
«È molto importante utilizzare tutte le informazioni disponibili» sottolineano Bourque e colleghi, evidenziando che le linee guida dell’ESC forniscono una base importante.
Ma «riteniamo davvero che questo nuovo documento fornisca un ulteriore vantaggio» aggiungono «dando uno sguardo più approfondito e una valutazione più granulare delle indicazioni cliniche, oltre a evidenziare le caratteristiche diagnostiche chiave e un algoritmo diagnostico e fornendo alcuni casi clinici rappresentativi che mostrano queste indicazioni clinico-diagnostiche e i relativi criteri “in azione”» aggiungono.
«L’auspicio è che i clinici terranno conto di questo documento quando considereranno specifiche indicazioni cliniche per l’uso dell’imaging con radionuclidi. Si tratta di un’importante integrazione agli altri documenti e alle linee guida già disponibili».
Insieme all’ASNC, numerose altre società professionali sono state coinvolte nella creazione delle raccomandazioni: l’American Association for Thoracic Surgery, l’American College of Cardiology, l’American Heart Association, l’American Society of Echocardiography, l’European Association of Nuclear Medicine, l’Heart Rhythm Society, la Infectious Diseases Society of America, la Society of Cardiovascular Computed Tomography, la Society of Nuclear Medicine and Molecular Imaging, e la Society of Thoracic Surgeons.
Fonte:
Bourque JM, Birgersdotter-Green U, Bravo PE, et al. 18F-FDG PET/CT and radiolabeled leukocyte SPECT/CT imaging for the evaluation of cardiovascular infection in the multimodality context: ASNC Imaging Indications (ASNC I2) Series Expert Consensus Recommendations from ASNC, AATS, ACC, AHA, ASE, EANM, HRS, IDSA, SCCT, SNMMI, and STS. J Nucl Med. 2024 Mar 11:101786. doi: 10.1016/j.nuclcard.2023.101786. Epub ahead of print. leggi