Chirurgia bariatrica per obesità alleata della salute cardiometabolica


Gli adulti con obesità sottoposti a chirurgia bariatrica hanno avuto miglioramenti significativi in molteplici misure cardiometaboliche un anno dopo l’intervento

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Gli adulti con obesità sottoposti a chirurgia bariatrica hanno avuto miglioramenti significativi in molteplici misure cardiometaboliche un anno dopo l’intervento, in particolare i pazienti più giovani, le donne, i bianchi e quelli senza comorbilità. Sono i risultati di uno studio pubblicato sul Journal of the Endocrine Society.

L’obesità è un problema sanitario in continua crescita a livello globale, con gli Stati Uniti che sono al primo posto tra tutti i paesi in termini di prevalenza della malattia. Nel 2017-2018, il 42,4% degli adulti statunitensi presentava obesità (BMI ≥ 30 kg/m2) e il 9,2% obesità grave (BMI ≥ 40) e si prevede che questi tassi cresceranno rispettivamente al 51% e all’11% entro il 2030.

L’obesità, in particolare quella grave, è fortemente associata a disturbi cardiometabolici tra cui diabete, ipertensione, dislipidemia e malattie cardiovascolari. Attualmente la chirurgia metabolica è il trattamento più efficace per l’obesità grave e le comorbilità correlate, hanno premesso gli autori.

Valutazione dei miglioramenti cardiometabolici dopo chirurgia bariatrica
I ricercatori hanno valutato i cambiamenti cardiometabolici in un ampio gruppo di adulti sottoposti a chirurgia bariatrica presso il Vanderbilt University Medical Center di Nashville, in Tennessee, Usa. Dopo un anno dall’intervento i pazienti presentavano riduzioni del peso corporeo, della pressione sanguigna, del colesterolo LDL e totale, dei trigliceridi, del glucosio e dei livelli di emoglobina glicata (HbA1c), oltre a un aumento del colesterolo HDL.

«Il nostro studio dimostra che la chirurgia bariatrica, un anno dopo l’intervento, porta a un miglioramento sostanziale della salute cardiometabolica, inclusa una riduzione stimata del 35% del rischio previsto di malattie cardiovascolari a 10 anni» ha affermato l’autore senior Danxia Yu, professore associato nella divisione di epidemiologia presso il Vanderbilt University Medical Center.

Gli autori hanno utilizzato i dati delle cartelle cliniche elettroniche relative a 7.804 adulti di età compresa tra 20 e 79 anni sottoposti a chirurgia bariatrica dal 1999 al luglio 2022 (età mediana 45 anni, 79,3% donne, 81,3% bianchi) presenti nel database Vanderbilt Metabolic and Bariatric Surgery Quality, Efficacy and Safety.

Gli esiti cardiometabolici prima dell’intervento chirurgico sono stati definiti come il valore mediano delle misurazioni raccolte da 6 mesi a 1 settimana prima della procedura. Gli outcome dopo l’intervento erano il valore mediano delle misurazioni raccolte da 9 a 15 mesi dopo la procedura. La remissione della malattia è stata definita come assenza di diagnosi, assenza di uso di farmaci e valori di laboratorio normali dopo l’intervento chirurgico.

Dei soggetti coinvolti nell’analisi, il 67,6% è stato sottoposto a bypass gastrico Roux-en-Y e il 26,9% a gastrectomia a manica. Prima dell’intervento chirurgico, il 43,3% aveva il diabete, il 77,1% ipertensione, il 47,8% dislipidemia e il 10,6% malattie cardiovascolari.

Miglioramento dei parametri cardiometabolici e remissione 
Un anno dopo l’intervento, gli adulti hanno avuto una riduzione media del peso corporeo di 41,9 kg, una diminuzione di 10,5 mm Hg della pressione sistolica, di 4,9 mm Hg della pressione diastolica e di 5,5 mm Hg della pressione arteriosa, una riduzione di 13,5 mg/dl del colesterolo totale, di 10,3 mg/dl del colesterolo LDL, un aumento di 9,9 mg/dl del colesterolo HDL, una diminuzione di 66,7 mg/dl dei trigliceridi, di 13,6 mg/dl del glucosio e dell’1,13% della HbA1c. Il rischio previsto a 10 anni di malattia cardiovascolare aterosclerotica (ASCVD) è diminuito del 34,4% dopo l’intervento.

Hanno raggiunto la remissione a 1 anno delle rispettive condizioni il 31,7% dei pazienti con diabete prima dell’intervento, il 35,6% di quelli con ipertensione e il 49,6% con dislipidemia.

Un modello statistico ha mostrato che l’età avanzata, il sesso maschile e la razza nera erano associati a una minore riduzione del peso corporeo, della pressione sistolica e del rischio di ASCVD a 10 anni (tutti P<0,05).

Gli adulti più anziani avevano anche meno probabilità di ottenere la remissione della malattia rispetto ai soggetti più giovani. Gli uomini hanno avuto una riduzione minore del peso corporeo, della pressione arteriosa sistolica e del rischio di ASCVD e un miglioramento minore del glucosio e del colesterolo HDL, ma un miglioramento maggiore dei trigliceridi rispetto alle donne. Gli adulti neri hanno avuto un miglioramento minore del peso corporeo, della pressione arteriosa sistolica e del rischio di ASCVD a 10 anni, ma un miglioramento maggiore del colesterolo HDL e dei trigliceridi rispetto ai bianchi, oltre che meno probabilità di ottenere la remissione dell’ipertensione.

«Questi risultati possono aiutare a stabilire quali pazienti potrebbero richiedere una gestione sanitaria aggiuntiva dopo l’intervento chirurgico» ha fatto presente Yu. «Sono tuttavia necessari più studi con un follow-up postoperatorio più lungo e popolazioni di pazienti più diversificate».

Referenze

Wang L et al. Cardiometabolic Improvements After Metabolic Surgery and Related Presurgery Factors. J Endocr Soc. 2024 Mar 14;8(5):bvae027. 

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