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Belluno: orso goloso di miele devasta decine di arnie

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L’orso a caccia di miele nelle arnie, è la seconda volta in pochi giorni a Belluno. Gli esperti: “È un animale di passaggio”

Altro passaggio dell’orso in provincia di Belluno. Dopo Fornesighe e Solagnot (in Val di Zoldo), dove nella notte tra il 15 e 16 maggio un orso aveva distrutto un intero apiario, mangiando circa 80 chilogrammi di miele, un plantigrade è tornato a farsi sentire, stavolta a Faè (Longarone): lì, nella notte tra martedì 21 e mercoledì 22 maggio, ha nuovamente colpito un apiario, distruggendo quattro arnie. E stavolta ha lasciato anche i segni visibili del suo passaggio, visto che su un telaio dell’apiario è rimasta impressa l’impronta di una zampa su un telaio, larga all’incirca 10 centimetri. La Polizia provinciale, che sta analizzando le predazioni, ipotizza si tratti di un animale giovane, con ogni probabilità lo stesso che da una settimana si muove sulle montagne dello Zoldano.

UN ANIMALE ‘IN DISPERSIONE’, ECCO COSA CERCA

Gli esperti faunisti della Polizia provinciale spiegano che l’orso in questione sembra aver preso l’abitudine di visitare gli apiari che trova in zona, per mangiare larve, fogli di cera, api e le quantità di miele presenti (perlopiù scarse, in questo periodo dell’anno). Può essere che si trattenga ancora sul territorio, a seconda delle disponibilità di cibo, o che lo abbandoni, dato che si tratta di un animale di passaggio, “in dispersione”. Gli agenti della Polizia Provinciale continueranno il monitoraggio dei passaggi dell’orso, anche con l’installazione di fototrappole. L’invito agli apicoltori è a controllare quotidianamente le arnie, anche quelle collocate nelle vicinanze di strade e abitazioni, per prevenire nuove predazioni.

I FATTI DELLA VAL DI ZOLDO

Nel precedente caso di ‘assalto’ alle arnie, l’orso aveva “distrutto un intero apiario, mangiando una quantità di miele, favi e fogli di cera, quantificabile in circa 80 chilogrammi. I nuclei di api superstiti sono andati persi a causa del maltempo. I danni per l’apicoltore sono ingenti”. La Polizia provinciale, intervenuta, aveva rilevato impronte e graffi sui telai dell’apiario, “riconducibili proprio a un orso. Non è stato rinvenuto invece materiale biologico. Gli agenti hanno posizionato alcune fototrappole sia nell’area dell’incursione sia nella zona intorno, per monitorare eventuali altri spostamenti”.

LA SECONDA VOLTA A LONGARONE

La notte scorsa, invece, l’orso è stato a Faè (Longarone) e ha nuovamente colpito un apiario, distruggendo quattro arnie. La prova è la zampata che è rimasta impressa su un telaio dell’apiario, larga 10 centimetri

UN ORSO FOTOGRAFATO IN CADORE TRA L’8 E IL 9 MAGGIO

Si tratta comunque “di un animale di passaggio: solitamente- dicono gli esperti della Polizia provinciale- sono maschi in dispersione che vanno alla ricerca di nuovi territori; potrebbe trattarsi di un plantigrado della popolazione trentina o slovena”. Non è una novità quella del passaggio degli orsi nel Bellunese: nella notte tra l’8 e il 9 maggio una fototrappola a Casera Razzo (Vigo di Cadore) aveva immortalato proprio un esemplare in transito. Alla luce della recente incursione in Val di Zoldo, la Polizia provinciale raccomanda agli apicoltori “di controllare quotidianamente gli apiari, specialmente quelli collocati in aree distanti dalle abitazioni in queste giornate di fioriture”.

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