La diagnosi di fibromialgia continua a rappresentare una sfida per i clinici, come ha rilevato uno studio osservazionale prospettico italiano
La diagnosi di fibromialgia continua a rappresentare una sfida per i clinici, come dimostrato dal moderato grado di concordanza tra la diagnosi alla dimissione e la positività per i criteri ACR 2016, ha rilevato uno studio osservazionale prospettico italiano a singolo centro pubblicato sulla rivista Medicine.
La sindrome fibromialgica (FMS) è una malattia multiforme con una forte preferenza per il sesso femminile (rapporto F:M 4:1), caratterizzata da dolore cronico diffuso, disturbi sonno-veglia, affaticamento, disturbi cognitivi e numerosi altri sintomi somatici. A oggi la diagnosi di fibromialgia non può avvalersi di marcatori patognomonici strumentali e/o di laboratorio e rimane puramente clinica, eseguita secondo gli ultimi criteri rivisti dell’American College of Rheumatology (ACR) del 2016.
La fibromialgia ha una prevalenza globale stimata tra il 2 e il 3%, probabilmente sottostimata a causa della presenza di pazienti con sintomi di bassa intensità che potrebbero anche non rivolgersi al medico. È incerta anche la prevalenza nei pazienti indirizzati a qualsiasi centro di terapia del dolore, dove eseguire una diagnosi di sindrome fibromialgica è spesso difficile per diversi motivi:
- Il paziente e/o il medico potrebbero concentrarsi maggiormente sul dolore localizzato, spesso dimenticando o sottovalutando il dolore diffuso sottostante e i sintomi tipicamente associati
- La fibromialgia spesso si sovrappone o deriva da altre patologie, configurando la cosiddetta FMS concomitante o secondaria
- C’è ancora uno scarso utilizzo di criteri diagnostici accettati in ambito clinico, e se il paziente soffre di FMS viene spesso stabilito dal medico sulla base di criteri soggettivi o basati sull’esperienza o talvolta sull’incapacità di fare una diagnosi del dolore più accurata
- Molti medici del dolore in tutto il mondo potrebbero ancora non riconoscere la FMS come un’entità clinica dignitosa e potrebbero scegliere di attribuirne i sintomi a vari disturbi psichiatrici.
Valutazione della prevalenza della fibromialgia in un centro italiano del dolore
«Tutto considerato, la FMS da sola o in combinazione con altre caratteristiche del dolore (dolore radicolare, poliartrite, mal di testa, lombalgia cronica, dolore facciale o altri) in un paziente che si rivolge a un centro di terapia del dolore metterà alla prova i medici del dolore, non solo per la diagnosi ma anche per l’incertezza nell’efficacia di diverse opzioni di trattamento del dolore, in particolare per quanto riguarda le procedure invasive» hanno fatto presente gli autori guidati da Vittorio Schweiger del Centro di Anestesiologia, Terapia Intensiva e Terapia del Dolore, Dipartimento di Chirurgia, Odontoiatria e Scienze Materne, Università di Verona.
Scopo principale di questo studio osservazionale prospettico era valutare la prevalenza della fibromialgia in una popolazione di 302 pazienti con dolore cronico che si sono rivolti al centro di terapia del dolore dell’Università di Verona per una prima visita, indipendentemente dalla motivazione per cui era stata richiesta tale valutazione. L’endpoint secondario era analizzare la concordanza tra l’ingresso al centro e la diagnosi finale fatta dal clinico del dolore, in particolare correlata alla presenza di una diagnosi di FMS. È stata inoltre valutata la presenza di malattie concomitanti nei pazienti con criteri ACR-2016 positivi per la FMS.
La diagnosi di fibromialgia si conferma una sfida per i medici
Tra i 280 pazienti che hanno aderito al questionario ACR del 2016, il 20,3% (n=57) ha mostrato criteri positivi per la diagnosi di FMS e, su questi, una diagnosi finale di fibromialgia è stata fatta dai medici del dolore in 31 soggetti (54,5%).
È stata identificata una FMS primaria in 19 pazienti (61,2%) su 31, mentre in 12 (38,7%) la FMS è stata considerata concomitante con altre condizioni, come malattie reumatologiche (8 pazienti), malattie neurologiche (2 pazienti), osteoartrosi (1 paziente) e altro (1 paziente).
Nei quattro soggetti con criteri ACR 2016 negativi e diagnosi di dimissione FMS, è stata identificata una FMS primaria in tre pazienti (1,7%). In uno di questi, la FMS è stata considerata concomitante con una malattia reumatologica.
Il livello di accordo tra la diagnosi FMS fatta dai medici del dolore al termine dell’esame e i risultati dei criteri ACR 2016 al di fuori della sala d’esame era di livello moderato, pari a 0,599 (secondo il calcolo kappa di Cohen).
In sintesi, lo studio ha confermato la sfida diagnostica rappresentata dalla sindrome fibromialgica, come dimostrato dal moderato grado di concordanza tra la diagnosi alla dimissione e la positività per i criteri ACR 2016. «A nostro avviso, l’uso di linee guida diagnostiche ampiamente accettate dovrebbe essere implementato negli scenari clinici e dovrebbe diventare un linguaggio comune tra i medici che valutano e trattano pazienti che riferiscono dolore diffuso e sintomi suggestivi di FMS» hanno concluso gli autori. «Saranno necessari ulteriori studi metodologicamente più approfonditi per convalidare la nostra osservazione».
Referenze
Schweiger V et al. Prevalence of FMS Diagnosis According to ACR 2016 Revised Criteria in a Pain Therapy Centre in Italy: Observational Study. Medicina. 2024; 60(4):599.