Nuovi dati su pazienti anziani affetti da leucemia mieloide acuta sottoposti al trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche (allo-HCT)
Secondo una ricerca pubblicata di recente sulla rivista Clinical Cancer Research, per i pazienti anziani affetti da leucemia mieloide acuta sottoposti al trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche (allo-HCT), i risultati post-trapianto sono migliorati nel tempo «in modo impressionante», soprattutto in virtù di una riduzione dell’incidenza delle recidive, e indipendentemente dal fatto che il paziente fosse o meno in remissione al momento del trapianto.
Nello studio, che vede tra gli autori anche l’italiano Fabio Ciceri, dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, sono stati analizzati gli outcome di 7215 pazienti di età pari o superiore a 65 anni affetti da leucemia mieloide acuta e sottoposti a un trapianto allogenico tra il 2000 e il 2021. Al momento della procedura, il 64% dei pazienti era in prima remissione completa, il 14% in seconda o successiva remissione e il 22% aveva una malattia attiva. Il follow-up mediano è stato di 40 mesi.
L’incidenza cumulativa di recidiva in 3 anni è diminuita, passando dal 37% nel decennio 2000-2009, al 31% nel quinquennio 2010-2014, al 30% nel periodo 2015-2021 (P = 0,001). Anche la mortalità non dovuta a una recidiva si è ridotta, scendendo dal 31% nel 2000-2009 e nel 2010-2014 al 27% nel 2015-2021 (P = 0,003).
Nel contempo, la sopravvivenza libera da leucemia a 3 anni è aumentata, passando dal 32% nel 2000-2009 al 38% nel 2010-2014 e al 44% nel 2015-2021 (P = 0,001), così come la sopravvivenza globale a 3 anni, che è passata rispettivamente dal 37% al 42% al 49% (P = 0,001).
L’ analisi multivariata ha rivelato che, dopo il 2015, ci sono stati miglioramenti significativi nell’incidenza di recidive, nella sopravvivenza libera da leucemia e nella sopravvivenza globale. Tuttavia, non vi è stato alcun cambiamento significativo nella mortalità senza recidiva. Gli autori sottolineano che questi miglioramenti si sono osservati indipendentemente dallo stato della malattia al momento del trapianto (in remissione o attiva).
«Questi dati reali su larga scala possono servire come punto di riferimento per studi futuri in questo setting e indicano che offrire il trapianto ai pazienti anziani dovrebbe essere obbligatorio, e non più un’opzione», concludono i ricercatori.
Bibliografia
Ali Bazarbachi, et al. Improvements in Posttransplant Outcomes Over Two Decades in Older Patients with Acute Myeloid Leukemia in the EBMT ALWP Study. Clin Cancer Res OF1–OF10. Leggi