“Ué Nenné”: su un ammaliante arrangiamento R&B si alza il canto ferito di Demonaco, assorto tra i consigli di nonna e la memoria di un amore asimmetrico
L’eterna domanda: siamo attratti perché siamo diversi o perché ci somigliamo? Questo il cruccio di Demonaco al giro di boa di una relazione, alla ricerca di un’alternativa agli stereotipi di coppia. Dalle chiamate che iniziano con un “mi manchi” e si chiudono in malo modo, l’intesa che si crea ci rende simili, minando l’imprevedibilità del rapporto e apparecchiando il tavolo per il distacco.
Su una strumentale sincopata e incalzante, cucita su misura assieme a Bruno Belissimo, l’artista libera un canto malinconico flirtando con virtuosismi R&B e soul. I synth prestano il fianco a un canto più riflessivo nelle strofe, mentre si scioglie ogni inibizione nel ritornello, momento in cui vividi trascorsi riaprono cicatrici a fior di pelle.
Nenné è diviso linguisticamente in due fasi: nelle strofe il testo è cantato in italiano e assume una forma più narrativa, mentre nel ritornello Demonaco passa al dialetto napoletano, da cui si colgono le implicazioni più intime dell’artista. Per alleggerire il peso e accedere a una dimensione più emozionale, l’autore cita una frase detta da sua nonna in un momento di chi nasce tondo non po’ muri comm’ a te”.
Tale consiglio aiuta ad accettare la fine dei rapporti, familiarizzando con la volatilità della vita e ripudiando le dinamiche di manipolazione e possesso del proprio partner. Anche negli addii, l’artista ritrova il romanticismo che dà sapore alla vita, traducendolo in musica. Nenné, il nuovo singolo di Demonaco, esce per PLUMA dischi (Irma Records), distribuito FUGA.