Verdetto ribaltato nel processo bis, ergastolo all’infermiera di Piombino che fece iniezioni letali di eparina: la sentenza riguarda quattro casi di pazienti morti
Ergastolo a Fausta Bonino, l’infermiera dell’ospedale di Piombino accusata di aver ucciso diversi pazienti con altrettanto iniezioni letali: un verdetto che ribalta il procedente processo finito con un’assoluzione. La condanna all’ergastolo è arrivata infatti nel processo bis, che si è svolto in Corte d’appello dopo che la Cassazione ha annullato l’assoluzione della donna che era arrivata nel precedente processo d’appello. La donna venne assolta, nel precedente processo, per dieci pazienti morti, la Cassazione ha ordinato un nuovo processo per quattro casi (confermando l’assoluzione per gli altri sei), che sono i quattro per cui oggi è stata condannata all’ergastolo.
Le morti avvennero fra il 2014 e il 2015. Fausta Bonino venne arrestata nel marzo del 2016: nelle indagini erano finiti 13 casi di morte sospette all’ospedale di Piombino. L’accusa ha sempre ritenuto l’infermiera responsabile delle iniezioni di eparina che hanno provocato la morte dei pazienti. Si tratta di un anticoagulante che in dosi massicce può essere letale perchè provoca gravi emorragie. Fausta Bonino si è sempre detta innocente.
L’indagine, che prese il via nel 2015, partì dopo la segnalazione di un’ennesima ed inspiegabile morte di un anziano signore per emorragie diffuse non direttamente collegabili alle patologie di cui era affetto. I pazienti deceduti, uomini e donne di età compresa fra i 61 e gli 88 anni, in molti casi avevano patologie per le quali la somministrazione dell’eparina non rientrava nelle possibili terapie. I Carabinieri del Nas che hanno svolto le indagini, verificando i turni del reparto, avevano individuato la donna come presente in tutti i turni sospetti (potenzialmente correlati alle morti) nel Reparto Anestesia e Rianimazione dove lavorava l’infermiera.