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Svolta nelle indagini sulla morte di Giada Zanola a Vigonza: fermato il marito

giada zanola

Giada Zanola, di 34 anni, è stata gettata giù da un cavalcavia dell’autostrada a Vigonza. Fermato per omicidio di volontario è il marito, Andra Favero, 39 anni

Svolta nelle indagini sul caso della donna precipitata da un cavalcavia a Padova, all’alba ieri, mercoledì 29 maggio. Non si sarebbe trattato di un suicidio, ma la vittima, Giada Zanola, di 34 anni, è stata buttata dal ponte. Fermato per omicidio di volontario è il marito, Andra Favero, 39 anni, che è stato portato in carcere a seguito di alcune sue ammissioni al Pm e al termine delle indagini degli agenti della Polstrada di Padova e di Venezia e dalla Squadra mobile della Questura di Padova. o volontario.

Giada, che lascia un bimbo di appena 3 anni, era originaria della Lombardia ma viveva a Vigonza, in provincia di Padova. E proprio la città veneta ha registrato in pochi mesi altri casi di femminicidi, balzati all’onore delle cronache, da quello di Giulia Cecchettin del novembre scorso, per mano dell’ex fidanzato, al caso di Sara Buratin, uccisa dal marito lo scorso febbraio.

Sulla morte di Giada Zanola interviene anche il presidente della Regione Luca Zaia: “L’ennesima vittima di femminicidio in Veneto ha il volto di Giada Zanola, 34 anni, originaria del bresciano, mamma di un bimbo piccolo di 3 anni, sposata con Andrea Favero, di sei anni più grande di lei”, riporta il governatore dal suo profilo social. “Ora l’uomo è accusato di omicidio volontario ed è stato tradotto in carcere- prosegue- La coppia, che sarebbe stata in crisi da qualche tempo, viveva a Vigonza dal 2023. L’omicidio sarebbe avvenuto al culmine di una lite che i due avrebbero avuto mentre si trovavano sul ponte sopra l’autostrada, a Vigonza, poco distante dalla loro abitazione. Qui il compagno l’ha fatta precipitare. Alcune automobili sono riuscite ad evitare il corpo, poi la donna è stata travolta mortalmente da un camion”. Zaia invita infine a pregare preghiera per Giada e per il suo bambino. “E’ una tragedia immane– conclude- resa ancora più dolorosa dal pensiero di questo piccolo, che ad appena 3 anni resta solo”.

“Il solo pensiero mi immobilizza dalla rabbia e dal senso di impotenza che provo in questo momento. La notizia che ho appena letto e che sta circolando velocemente su tutti i siti web è quella, purtroppo, di un altro femminicidio. Una parola che nessuno vorrebbe più sentire dopo il caso di Giulia Cecchettin, ma che invece stenta a sparire nonostante i buoni propositi, le frasi corali dei ‘mai più’, le maggiori azioni anche di sensibilizzazione contro la violenza di genere che si stanno promuovendo, in particolare in Veneto”, afferma Roberto Toigo, segretario della Uil del Veneto. La morte per mano del compagno è “una svolta drammatica e scioccante”. Ed è “disarmante sentirsi così inutili di fronte a queste morti ingiuste che coinvolgono le donne”, dice Toigo. La Uil Veneto “continua la sua lotta silenziosa ma costante contro i femminicidi anche grazie ai suoi uffici di stalking e mobbing e non smetterà mai di promuovere la cultura della vita e del rispetto verso le donne e la parità di genere”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT).

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