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Terapia ormonale prolungata efficace nel tumore al seno ad alto rischio

Tumore al seno metastatico: più dell’80% delle pazienti teme anche i ritardi nella disponibilità in Italia dei trattamenti innovativi in grado di migliorare la sopravvivenza

I risultati di un recente studio giapponese sulla terapia ormonale offrono speranza alle donne con alcuni tipi di carcinoma mammario ad alto rischio

Le donne con alcuni tipi di tumore al seno ad alto rischio potrebbero ottenere benefici da una terapia ormonale prolungata oltre il periodo standard di cinque anni. Questa è la principale conclusione di un’indagine condotta da un gruppo di ricercatori giapponesi, guidati da Masahiro Ito del Tohoku Kosai Hospital di Sendai, in Giappone. I risultati sono stati pubblicati a novembre 2023 sulla rivista scientifica Breast.

Abitualmente le pazienti con carcinoma mammario positivo per il recettore degli estrogeni (ER-positivo) e negativo per il recettore 2 del fattore di crescita epidermico umano (HER2-negativo) ricevono una terapia ormonale la cui durata prevista è in genere di 5 anni. Tuttavia i dati ottenuti nello studio hanno dimostrato che le pazienti ad alto rischio di recidiva, a causa di linfonodi positivi, tumori di grandi dimensioni o gradi tumorali elevati, potrebbero trarre maggiori benefici da una cura più lunga. La ricerca ha coinvolto 444 pazienti, delle quali 166 hanno continuato la terapia ormonale oltre i cinque anni, mentre 278 hanno concluso il trattamento dopo il periodo standard. Le analisi effettuate hanno dimostrato che, dopo dieci anni, i tassi di sopravvivenza libera da malattia con metastasi erano del 96,3 per cento circa per le pazienti sottoposte a terapia prolungata e dell’86,5 per cento circa per quelle che avevano smesso dopo 5 anni.

Inoltre, il prolungamento della terapia ha ridotto del 73 per cento circa il rischio di metastasi a distanza nel gruppo di pazienti ad alto rischio, in particolare in quelle con sopravvivenza libera da malattia da almeno 7 anni e in quelle che avevano avuto una migliore risposta alla chemioterapia.

“Le pazienti con fattori di rischio per recidive tardive dovrebbero essere considerate per una terapia ormonale prolungata” ha concluso Ito. “Al contrario, le pazienti senza fattori di rischio per recidive tardive potrebbero non averne bisogno”.

Lo studio ha dei limiti: è stato condotto retrospettivamente, andando cioè a osservare a ritroso che cosa era accaduto alle pazienti. Per validare ulteriormente i dati occorrerebbe iniziare uno studio prospettico, nel quale si valuta fin dalla diagnosi ciò che accade alle pazienti trattate o meno con questo nuovo approccio, per un lungo periodo di osservazione e con metodi specifici. Se i risultati saranno confermati, si apriranno prospettive interessanti per una nuova strategia che migliori le possibilità di sopravvivenza e di qualità della vita in un sottogruppo specifico di donne con cancro al seno.

Referenze

Ito M, Amari M, Sato A, et al. Risk factors for late recurrence and postrelapse survival in estrogen receptor (ER)-positive, human epidermal growth factor receptor (HER) 2-negative breast cancer after 5 years of endocrine therapy. Breast. Published online November 19, 2023. doi:10.1016/j.breast.2023.103604

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