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Scontri al corteo contro il governo a Roma: la polizia usa i lacrimogeni

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Scontri a Roma al corteo contro il governo: il gruppo dei collettivi de La Sapienza, ha cercato di sfondare un cordone di Polizia

No alle politiche del Governo Meloni. Stop al genocidio. No all’aggressione di Gaza da parte di Israele. Palestina libera. E fuori l’Italia dalla Nato. È con queste diverse rivendicazioni, che spaziano da temi di politica interna a richieste legate alla pace e all’invasione di Israele dei territori palestinesi, che nel pomeriggio di oggi è partita da piazza Vittorio Emanuele a Roma la manifestazione nazionale “contro le politiche del Governo Meloni”.

A marciare tra le strade della Capitale è una variegata comunità politica: studenti universitari, il coordinamento Cambiare rotta, Potere al Popolo, l’Usb, simpatizzanti palestinesi e movimenti per la casa. In piazza sono presenti alcune migliaia di persone. E tantissime sono le bandiere palestinesi.

“Protestiamo per diversi motivi- ha spiegato durante la marcia uno dei portavoce del movimento- contro questo governo totalmente prono alle politiche americane che continua ad inviare armi e che comprime le libertà. Un esecutivo che ha scagliato la polizia contro gli studenti a Pisa come a Roma. Noi non siamo disponibili a farci trascinare in una guerra mondiale. Inoltre vogliamo contrastare con forza le presunte riforme di un Governo che così facendo riduce sempre di più i diritti sociali ed economici”. Diversi gli striscioni e i cartelli presenti: da “Palestina libera” a “Basta spese militari, fondi per scuola, casa e sanità” e “Italia e Ue complici del genocidio”.

SCONTRI IN VIA VICENZA, POLIZIA USA LACRIMOGENI

Intorno alle 17.30 si sono verificati scontri in coda al corteo. Le tensioni sono avvenute in via Vicenza. Qui il gruppo dei collettivi de La Sapienza, ha cercato di sfondare un cordone di Polizia con degli scudi di plexiglas. Il gruppo è stato respinto con i lacrimogeni dopo un lungo corpo a corpo.

CONCLUSO CORTEO CONTRO MELONI, COLLETTIVI TORNATI ALLA SAPIENZA

Si è concluso, con il rientro nel campus de La Sapienza, il corteo spontaneo dei collettivi che nel pomeriggio di oggi hanno inscenato una serie di scontri con le forze dell’ordine nel centro di Roma. Mentre il grosso della manifestazione contro il governo Meloni, composta da migliaia di persone aderenti a forze, tra le altre, come Usb, movimenti per la casa, Cambiamo rotta e Potere al Popolo, ha concluso il corteo in piazza di Porta Pia, per protestare sotto il ministero dei Trasporti, lo spezzone finale dei collettivi ha voluto far rientro lì dove erano partiti, in piazzale Aldo Moro. Dopo gli scontri in via Vicenza, dove gli studenti volevano sfondare il cordone delle forze di Polizia per marciare verso il ministero dell’economia, non si sono più registrati corpo a corpo anche se la tensione è rimasta alta, soprattutto in piazzale della Croce Rossa dove la testa del corteo dei collettivi si è ritrovata nuovamente a pochissimi metri dalla Polizia in tenuta antisommossa. Poi gli studenti sono rientrati all’università tra fumogeni e applausi al coro “Palestina libera”.

GLI ORGANIZZATORI DEL CORTEO CONTRO GOVERNO MELONI: SIAMO 10MILA

Sono oltre 10mila le persone al corteo partito alle 14.30 da piazza Vittorio, quasi in contemporanea col comizio conclusivo della campagna elettorale di Fratelli d’Italia in piazza del Popolo. Al corteo aderiscono una coalizione di 69 associazioni, organizzazioni politiche come Potere al popolo e sindacali come USB, collettivi studenteschi, i portuali del Calp, associazioni ecologiste come il movimento no ponte”. È quanto fanno sapere gli organizzatori della manifestazione nazionale contro il governo Meloni in una nota.
“In piazza- si legge- anche Giuliano Granato e Marta Collot, portavoce nazionale di Potere al popolo”, secondo cui “le due manifestazioni di Roma del 1 giugno sono qualcosa in più di due piazze contrapposte. In piccolo sono due idee di Paese diverso. Anzi, due Paesi diversi.

A Piazza del Popolo, con Meloni il Paese delle banche, dei grandi costruttori e dei balneari, degli antiabortisti, di Piantedosi, delle imprese delle armi, degli amici di Netanhyahu e dei complici del genocidio in Palestina. A piazza Vittorio il Paese di Angela che non riesce più a pagare alla banca il mutuo variabile, di Peppe che vuole che i miliardi stanziati vengano usati per gli interessi delle popolazioni di Calabria e Sicilia, di Marica, lavoratrice da anni presso un lido, sempre con salario da fame e zero giorni di riposo, di Rossella che ha abortito e non si sente in colpa e non vuole l’Inquisizione nei consultori, di Lorenzo studente ucciso in alternanza scuola-lavoro, di Soumaila che lavora nei campie si batte per un contratto regolare e un salario minimo di 10 euro l’ora, di Giulia che da mesi partecipa a tutti i cortei per laPalestina e oggi è in una delle acampadas universitarie che rivendicano lo stop al genocidio israeliano. A piazza del Popolo Meloni e l’ultradestra al servizio di una minoranza di fratelli ricchi e potenti; a piazza Vittorio chi si batte per la trasformazione sociale e politica nell’interesse della maggioranza che produce la ricchezza del nostro Paese”. Il corteo si concluderà a Porta Pia con interventi di chiusura di tutte le organizzazioni partecipanti.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT).

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