Niente vacanze alle Maldive per gli israeliani: il governo di Malè vieterà gli ingressi. “Stiamo con la Palestina”. Israele raccomanda il rientro dei cittadini dalle isole
“Vietato l’ingresso agli israeliani”: ricorda qualcosa di terribile, già accaduto meno di un secolo fa, in Europa. Questa volta il divieto arriva invece dal bel mezzo dell’Oceano indiano, nelle isole delle Maldive. Il governo di Malè, capitale della Repubblica delle Maldive, tra le mete più gettonate del turismo mondiale, ha infatti annunciato l’intenzione di vietare l’ingresso ai cittadini in possesso di passaporto israeliano, un gesto di protesta contro la campagna militare che il governo di Tel Aviv sta conducendo da quasi otto mesi nella Striscia di Gaza.
Lo ha annunciato il presidente Mohamed Muizzu che, in una nota diffusa dal suo ufficio, ha fatto sapere di aver “deliberato la messa al bando dei passaporti israeliani” su indicazione del Consiglio dei ministri, senza però specificare quando il divieto entrerà in vigore.
Verrà a ogni modo istituito un comitato incaricato di supervisionare la relativa riforma di legge. Gli annunci giungono a pochi giorni da una manifestazione indetta dallo stesso Muizzu dal titolo ‘Falastheenaa Eku Dhivehin’, ossia “Maldiviani in solidarietà coi palestinesi”, e della forte condanna dell’esecutivo per l’attacco aereo israeliano su un campo profughi di Rafah in cui sono morti 45 civili.
Il Paese insulare nell’Oceano Indiano, che fu un sultanato prima di diventare repubblica, è tradizionalmente di religione musulmana ed è parte dell’Organizzazione della Conferenza islamica.
L’annuncio del governo di Malè ha determinato la reazione del ministero degli Affari esteri di Tel Aviv, che ha “raccomandato ai cittadini israeliani che rimangono nel Paese di prendere in considerazione l’idea di andarsene, poiché se per qualsiasi motivo si trovassero in difficoltà, sarà difficile per noi fornire assistenza”.