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Amanda Knox è in Italia per il processo per calunnia nei confronti di Lumumba

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Amanda Knox è tornata in Italia, di nuovo in un’aula di tribunale: confermata la condanna per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba

Condanna confermata. Tre anni per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba. Amanda Knox è di nuovo in Italia. Diciassette anni dopo la morte della 21enne Meredith Kercher, cittadina britannica a Perugia nell’ambito del progetto Erasmus, uccisa nella casa per studenti in cui viveva, il 6 novembre 2007. La 36enne americana è stata già assolta in via definitiva, insieme all’allora compagno Raffaele Sollecito, dall’accusa di omicidio, per la quale ha scontato quasi 4 anni di carcerazione preventiva nel nostro Paese.

IL PROCESSO PER CALUNNIA

Oggi la 36enne americana è a Firenze, di nuovo in un aula di tribunale italiano, per rispondere dell’accusa di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba. Poche ore dopo il ritrovamento del cadavere di Meredith, Amanda Knox accusò Lumumba, suo datore di lavoro in un pub della città umbra, di essere l’autore materiale dell’assassinio. I rapporti tra i due non erano ottimi, lei era stata licenziata. Per il reato di calunnia, Knox è stata condannata dalla Corte d’appello di Firenze a 3 anni di reclusione, che ha già scontato durante la carcerazione preventiva per l’omicidio di Meredith. A ottobre 2023, la Cassazione ha annullato la sentenza, rinviando a un nuovo collegio giudicante. Oggi la conferma della sentenza.

L’OMICIDIO DI MEREDITH KERCHER

È il cittadino ivoriano Rudy Guede l’unico ad essere condannato, a 16 anni di carcere con rito abbreviato, per l’omicidio di Meredith Kercher.

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