Ruxolitinib crema efficace per l’idrosadenite suppurativa lieve


I pazienti affetti da idrosadenite suppurativa lieve trattati con ruxolitinib crema hanno ottenuto una riduzione significativamente superiore di ascessi e noduli infiammatori

Nei pazienti con idrosadenite suppurativa da moderata a grave buoni risultati con l'uso di un nuovo inibitore orale sperimentale della Janus chinasi 1, noto come INCB054707

I pazienti affetti da idrosadenite suppurativa lieve trattati con ruxolitinib crema hanno ottenuto una riduzione significativamente superiore della conta degli ascessi e dei noduli infiammatori dal basale alla settimana 16 rispetto ai soggetti assegnati alla crema veicolo, secondo i risultati di uno studio di fase II presentati al congresso 2024 dell’American Academy of Dermatology (AAD)

«L’idrosadenite suppurativa è una malattia infiammatoria cronica della pelle ricorrente, associata a moduli infiammatori dolorosi e ascessi» ha affermato la relatrice Martina Porter, dermatologa presso il Beth Israel Deaconess Medical Center e la Harvard Medical School di Boston, Massachusetts. «Con il tempo questi pazienti possono progredire fino ad avere tunnel drenanti, ulcerazioni, secrezioni maleodoranti e cicatrici permanenti. Al momento non esistono terapie approvate per le forme lievi della malattia e i trattamenti standard che applichiamo nella pratica clinica sono spesso inadeguati».

Ruxolitinib è un inibitore selettivo della Janus chinasi (JAK) 1/2 che si è dimostrato efficace in altre malattie infiammatorie e autoimmuni della pelle. Alla concentrazione dell’1,5% è approvato per il trattamento della dermatite atopica da lieve a moderata e della vitiligine non segmentale in pazienti di almeno 12 anni di età.

Valutazione di ruxolitinib crema nell’idrosadenite lieve
Lo studio di fase II presentato al congresso, in doppio cieco e controllato con veicolo, ha valutato l’efficacia e la sicurezza di ruxolitinib in crema all’1,5% nell’idrosadenite suppurativa lieve. I ricercatori hanno assegnato 69 adulti con malattia in stadio I o II di Hurley ad applicare in rapporto 1:1 la crema attiva oppure una crema veicolo due volte al giorno per 16 settimane.

L’endpoint primario era la variazione rispetto al basale della conta degli ascessi e dei noduli infiammatori (AN) alla settimana 16 in pazienti che, per essere idonei, dovevano avere una conta AN compresa tra 3 e 10.

«Questa forma è molto più lieve di quella vista in qualsiasi studio che utilizzava una terapia sistemica» ha detto Porter. «Inoltre, se i pazienti avevano 3 lesioni, queste dovevano trovarsi tutte in un’area anatomica, mentre se erano da 4 a 10 dovevano essere coinvolte due aree anatomiche. In aggiuna nello studio non erano ammessi pazienti con tunnel drenanti attivi».

Circa il 51% dei partecipanti nel braccio veicolo erano neri e il 34% bianchi, mentre circa il 32% di quelli nel braccio ruxolitinib erano neri e il 56% bianchi. L’età media complessiva dei pazienti era di 29 anni e circa la metà in entrambi i bracci dello studio aveva idrosadenite in stadio I di Hurley e l’altra metà in stadio II. Il conteggio AN medio variava tra 5,3 e 5,6, principalmente noduli infiammatori e pochi ascessi. Durante lo studio ai pazienti non è stato consentito di ricevere nessun tipo di intervento o di terapia di salvataggio.

Nuova potenziale opzione topica significativamente superiore al placebo
L’analisi di efficacia ha evidenziato una riduzione media minima del conteggio degli AN dal basale alla settimana 16 di 2,42 nel braccio veicolo rispetto a 3,61 nel braccio attivo (P<0,05). La percentuale di pazienti che ha ottenuto una riduzione del 50% nella conta AN è stata rispettivamente del 79,2% nel braccio trattato con ruxolitinib rispetto al 56,5% con il veicolo.

Inoltre un numero maggiore di soggetti nel braccio ruxolitinib crema ha ottenuto una diminuzione nella conta AN del 75% (54,2% vs 25%), una riduzione del 90% (20,8 vs 12,5%) e una diminuzione del 100% (20,8% vs 12,5 %).

In altri risultati, il 79,2% dei pazienti nel braccio attivo ha raggiunto una risposta clinica in base al punteggio della Hidradenitis Suppurativa Clinical Response (HiSCR) dal basale fino alla settimana 16, rispetto al 50% con il veicolo. I risultati dell’International Hidradenitis Suppurativa Severity Score System erano a favore del braccio ruxolitinib (-4,46 vs -2,66 nel braccio veicolo). I punteggi della scala di valutazione numerica del dolore cutaneo e del prurito erano moderati al basale e sono migliorati in modo simile in entrambi i gruppi durante lo studio.

Ruxolitinib in crema è stato generalmente ben tollerato per 16 settimane, senza segnalazione di eventi avversi gravi emergenti dal trattamento. Gli effetti collaterali più comuni riportati nel gruppo trattato con ruxolitinib crema sono stati COVID-19 e rinofaringite (due casi ciascuno) e un caso di reazione nel sito di applicazione.

«La crema con ruxolitinib all’1,5% due volte al giorno è risultata efficace nei pazienti con idrosadenite più lieve» ha concluso Porter. «Potrebbe essere necessario modificare i nostri endpoint clinici tradizionalmente accettati negli studi su pazienti con malattia più lieve».

Alla richiesta di un commento, Jennifer Hsiao, dermatologa che dirige la clinica per l’idrosadenite presso l’Università della California del Sud, a Los Angeles, California, ha definito lo studio entusiasmante per diversi motivi. «Prima di tutto, considerata la spinta globale degli ultimi anni per aumentare la consapevolezza dell’idrosadenite, sto già vedendo più pazienti nelle prime fasi del decorso della malattia, per i quali permane tuttora una scarsità di terapie approvate» ha affermato.

«In secondo luogo, i pazienti sono molto interessati ai trattamenti topici e sono entusiasti quando vengono a sapere di una nuova opzione in fase di studio. In questo trial è stato coinvolto un numero limitato di pazienti, ma è stato incoraggiante vedere che il trattamento si è dimostrato efficace e ben tollerato».