Osteoporosi: i risultati del primo studio retrospettivo su romosozumab


I principali risultati del primo studio retrospettivo di coorte di pazienti danesi per osservare le caratteristiche dei pazienti selezionati per il trattamento con romosozumab

Osteoporosi e sarcopenia: fondamentale la prevenzione con un corretto stile di vita, attività fisica e acquisizione di calcio, proteine e soprattutto vitamina D

Annunciati i principali risultati del primo studio di pazienti danesi per osservare le caratteristiche dei pazienti selezionati per il trattamento con romosozumab nella pratica clinica di routine. I dati sono stati presentati sotto forma di poster al Congresso Mondiale sull’Osteoporosi, l’Osteoartrosi e le Malattie muscoloscheletriche (WCO-IOF-ESCEO) 2024 a Londra, Regno Unito.

Lo studio di coorte osservazionale e retrospettivo ha incluso pazienti di sesso femminile di età pari o superiore a 50 anni trattati con farmaci per l’osteoporosi nel periodo compreso tra settembre 2020 e ottobre 2023, identificati in base ai dati delle prescrizioni e dei registri ospedalieri. Complessivamente, sono state incluse nell’analisi 149.395 pazienti; di queste, 622 con una frattura nei tre anni precedenti la data di ingresso nella coorte sono state trattate con romsozumab.

Lo studio ha osservato che, tra le pazienti che avevano subito una frattura in qualsiasi sede scheletrica nei tre anni precedenti la data di ingresso nella coorte e che erano stati trattate con romosozumab, l’anamnesi delle fratture comprendeva fratture dell’anca (n=79/N=622 (12. 7%) e fratture della colonna vertebrale (n=64/N=622 (10,3%)), oltre a fratture non dell’anca e della colonna vertebrale (n=303/N=622 (48,7%)) e osteoporosi con frattura patologica non correlata a neoplasie o altre malattie ossee (n=335/N=622 (53,9%)).

Lo studio ha anche evidenziato che delle 622 pazienti donne trattate con romosozumab, il 44,5% (n=277) non era stato sottoposto ad alcun trattamento pregresso per l’osteoporosi.

“È fondamentale che i pazienti con osteoporosi a rischio elevato di frattura ricevano cure tempestive e appropriate per ridurre il rischio di fratture future e migliorare gli outcome”, ha dichiarato il ricercatore principale dello studio, il Prof. Bente Langdahl (Aarhus University Hospital, Danimarca). “Questo studio, offrendo una visione critica dei modelli di trattamento del romosozumab e di altri trattamenti per l’osteoporosi in un contesto di real life, ci permette di approfondire i modelli di prescrizione e il profilo dei pazienti che possono trarre i maggiori benefici dall’impiego del romosozumab come trattamento di prima linea. Queste conoscenze ci aiuteranno a migliorare il trattamento dei pazienti con osteoporosi grave a rischio elevato di frattura”.

L’impatto globale dell’osteoporosi è profondo: una donna su tre di età superiore ai 50 anni rischia di andare incontro a frattura causata dall’osteoporosi. Solo in Europa, il costo economico è stimato in 37,5 miliardi di euro, un numero che si prevede aumenterà del 27% entro il 2030. Nonostante ciò, i dati in Europa hanno dimostrato che fino all’85% delle donne non viene trattato per l’osteoporosi sottostante in seguito a una frattura da fragilità.

Romosozumab è stato approvato nell’Unione Europea nel dicembre 2019 per il trattamento dell’osteoporosi grave nelle donne in postmenopausa a rischio elevato di frattura.