“Abyss Clean up”, il film di Igor D’India sugli accumuli di rifiuti nei fondali del mare, sarà presentato in anteprima al festival Cineambiente di Torino
“Abyss Clean Up”, il nuovo film-documentario realizzato da Igor D’India incentrato sul problema dei rifiuti sui fondali marini, verrà presentato l’8 giugno, in anteprima, al Festival Cinemambiente di Torino: l’opera del regista ed esploratore palermitano, che da 15 anni ha scelto di mettere la sua arte e la sua passione al servizio dell’ambiente, è un’avventura che attraversa i mari italiani, accendendo i riflettori su quei luoghi che, sommersi da decine o centinaia di metri d’acqua, sono diventati vere e proprie discariche sommerse.
Prodotto da POPCult con il sostegno di Regione Siciliana – Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo, Sicilia Film Commission, Piano Sviluppo e Coesione Sicilia il film ha visto la collaborazione dell’Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino (Cnr-Ias), Istituto di geologia ambientale e geoingegneria (Cnr-Igag) e Università degli Studi La Sapienza di Roma, oltre che dell’associazione ambientalista Sea Shepherd Italia.
Il Festival Cinemambiente è l’importante rassegna, nata a Torino nel 1998 con l’obiettivo di presentare i migliori film e documentari ambientali a livello internazionale, ospiterà l’opera di Igor D’India nella sezione “Made in Italy”, che vede in programma i migliori film italiani dell’anno sull’ambiente.
Il documentario nasce per sensibilizzare il pubblico sull’inquinamento dei fondali marini e sulle possibili strategie per combatterlo. Esplorando i fondali marini della nostra penisola, dalla Liguria alla Sicilia, il regista ci mostra situazioni dove la cattiva gestione dei rifiuti ha terra ha portato allo sversamento di grosse quantità di rifiuti in mare, cimentandosi anche nella difficile impresa di rimuovere queste “discariche sottomarine” con l’aiuto di volontari e subacquei.
Il viaggio, cominciato nel lontano 2019, si è concluso nel giugno 2023, con l’esplorazione a 600 metri di profondità dello stretto di Messina grazie a un ROV, robot a comando remoto in grado di effettuare riprese dei fondali e mostrare così la realtà sottomarina. Un momento in cui lo sconforto del vedere grandi quantitativi di rifiuti sommersi e, per ora, irrecuperabili si alterna alla gioia dello scoprire una natura che si adatta e che regala sorprese.
Un progetto che non sarebbe stato possibile senza la fondamentale collaborazione del Cnr, i cui ricercatori hanno guidato le fasi dell’esplorazione del fondale e che nel 2019, insieme all’Università degli Studi di Roma La Sapienza, hanno pubblicato uno studio sul ritrovamento di grandi accumuli di rifiuti sui fondali profondi nello Stretto di Messina, punto di partenza anche per il documentarista palermitano. L’esplorazione ROV è stata inoltre effettuata in collaborazione con l’organizzazione ambientalista Sea Shepherd, impegnata nella Campagna Ghostnet 2023 che ha l’obiettivo di combattere il problema degli attrezzi da pesca abbandonati, e che ha messo a disposizione l’imbarcazione Conrad per i rilievi.
Dopo l’anteprima a Torino, il film verrà proiettato in alcuni dei più importanti festival e rassegne nazionali e internazionali. Sarà possibile vederlo nei cinema italiani a partire da settembre 2024.