Anziani con vaccinazione pneumococcica rischiano meno per polmoniti comunitarie


In pazienti anziani ricoverati in ospedale con polmonite acquisita in comunità, una vaccinazione pneumococcica pregressa si associa a un minor rischio di mortalità

dostarlimab datopotamab complicanze polmonari malattie respiratorie ciclo di antibioticoterapia ipertensione polmonare n-acetilcisteina datopomatab formulazione sottocutanea apollo 11 capmatinib polmoniti da Pneumocystis jirovecii

In pazienti anziani ricoverati in ospedale con polmonite acquisita in comunità (CAP), una vaccinazione pneumococcica pregressa si associa ad un miglioramento della mortalità intra-ospedaliera e della mortalità a 30 giorni. Queste le conclusioni di uno studio sud-coreano recentemente pubblicato su BMC Pulmonary Medicine.

Razionale e disegno dello studio
La polmonite rappresenta una delle cause più comuni di ospedalizzazione tra gli anziani e può essere fatale, con una mortalità ospedaliera che varia dal 6 al 18%, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio.

La vaccinazione contro lo pneumococco rappresenta un metodo preventivo per ridurre la mortalità legata alla polmonite. Tuttavia, ad oggi, sono ancora limitatamente disponibili i dati di real life sull’efficacia del vaccino pneumococcico nel ridurre la mortalità, soprattutto nei pazienti anziani. Questo studio è stato condotto per valutare gli effetti di una precedente vaccinazione pneumococcica in pazienti anziani affetti da polmonite.

A tal scopo, i ricercatori hanno attinto ai dati ricavati da un database assicurativo sanitario sud-coreano (Health Insurance Review and Assessment and Quality Assessment), includendo nello studio pazienti ospedalizzati che soddisfacevano i criteri di polmonite acquisita in comunità (CAP), raggruppati in base allo stato di vaccinazione.

I pazienti avevano un’età ≥ 65 anni ed erano stati trattati con beta-lattamici, chinoloni o macrolidi. Sono stati esclusi i pazienti per i quali non erano noti gli outcome del trattamento. I ricercatori hanno valutato, nel complesso, 4.515 pazienti; di questi, 1609 (pari al 35,6%) erano stati vaccinati prima del ricovero.

L’età media era pari a 77 anni [71,0;82,0], il 54,2% era di sesso maschile e l’indice medio di comorbilità di Charlson (CCI) era pari a 3. I pazienti del gruppo vaccinato erano di sesso maschile e di sesso femminile. I pazienti del gruppo vaccinato erano più giovani di quelli del gruppo non vaccinato (76 vs. 78, anni; P< 0,001) e hanno mostrato un miglioramento di entità maggiore in ospedale (97,6 vs. 95,0%; P< 0,001) e una riduzione della mortalità a 30 giorni (2,6 vs. 5,3%; P< 0,001).

Dopo aver aggiustato i dati per la presenza di fattori confondenti come età, sesso, punteggio CURB e punteggio CCI, il gruppo vaccinato ha dimostrato all’ analisi multivariata, una riduzione significativa della mortalità a 30 giorni ( hazard ratio [HR]: 0,58, IC95%: 0,41-0,81; P< 0,01) e della mortalità intraospedaliera (HR: 0,53, IC95%: 0,37-0,78; P< 0,001) rispetto al gruppo non vaccinato.

Non solo: Il gruppo vaccinato ha mostrato una sopravvivenza migliore a 30 giorni rispetto al gruppo non vaccinato ( log-rank test < 0,05).

Considerazioni conclusive
Nel passare in disamina i risultati ottenuti, i ricercatori hanno fatto alcune ipotesi su come la vaccinazione pregressa abbia influenzato la prognosi dei pazienti.

Uno studio presente in letteratura, ad esempio, ha dimostrato che la vaccinazione pregressa contro lo pneumococco era associata ad una più rapida risoluzione dei sintomi della polmonite e ad un minor rischio di batteriemia. Tra i pazienti precedentemente vaccinati, è probabile che i vaccini contro lo pneumococco siano stati efficaci nell’impedire che la polmonite si aggravasse fino a diventare potenzialmente letale.

Inoltre, la vaccinazione contro lo pneumococco potrebbe influire anche sui virus che causano la polmonite. In un altro studio sull’ospedalizzazione per polmonite condotto in bambini dell’Australia occidentale, i tassi di ospedalizzazione dovuti a polmonite da virus specifici, come il virus respiratorio sinciziale, l’influenza A e il virus parainfluenzale, sono diminuiti dopo la vaccinazione universale con PCV (vaccino pneumococcico coniugato).

Altri studi hanno dimostrato che la diffusione dell’infezione batterica è promossa dall’infezione virale nella patogenesi della polmonite; l’infezione virale interrompe la barriera mucociliare nell’epitelio bronchiale fornendo l’ambiente adatto alla crescita batterica. La vaccinazione con PCV ha effetti benefici su questa coinfezione batterica sovrapposta alla polmonite virale, come dimostrato in uno studio.

Inoltre, una meta-analisi ha anche riportato che il PPV23 (vaccino pneumococcico 23-valente polisaccaridico) ha mostrato efficacia contro la malattia pneumococcica invasiva (IPD) e la polmonite pneumococcica nei pazienti di età ≥ 60 anni, equivalente al PCV13 (vaccino coniugato pneumococcico 13-valente).

Bibliografia
Kim S et al. Prior pneumococcal vaccination improves in-hospital mortality among elderly population hospitalized due to community-acquired pneumonia. BMC Pulm Med 24, 168 (2024). https://doi.org/10.1186/s12890-024-02928-8
Leggi