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Durvalumab efficace per il carcinoma polmonare a piccole cellule in stadio limitato

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Carcinoma polmonare a piccole cellule: durvalumab migliora la sopravvivenza anche nei pazienti con malattia non estesa

In pazienti con carcinoma polmonare a piccole cellule in stadio limitato, il trattamento con durvalumab produce un miglioramento statisticamente e clinicamente significativo della sopravvivenza globale (OS) e libera da progressione (PFS) rispetto al placebo tra coloro che non mostrano una progressione della malattia dopo la chemioradioterapia concomitante. Sono i risultati aggiornati dello studio di fase 3 ADRIATIC, resi noti dall’azienda produttrice del farmaco, Astra Zeneca, con un comunicato stampa.

«Molti pazienti trattati per un carcinoma polmonare a piccole cellule in stadio limitato possono andare incontro a una recidiva della malattia e lo standard di cura è rimasto invariato per decenni», ha dichiarato Suresh Senan, della Amsterdam University Medical Center e autore principale dello studio. «ADRIATIC è il primo studio globale di fase 3 sull’immunoterapia a mostrare un miglioramento statisticamente e clinicamente significativo della sopravvivenza in questo setting, rappresentando una svolta per i pazienti affetti da questa malattia devastante».

Complessivamente, la sicurezza di durvalumab in questo studio è risultata paragonabile a quella dei precedenti trial e non sono stati rilevati nuovi segnali di sicurezza. In un altro braccio sperimentale dello studio, ancora in cieco, gli sperimentatori stanno valutando durvalumab in combinazione con tremelimumab e continueranno ad analizzare i dati fino alla prossima analisi pianificata.

I dati della ricerca saranno condivisi con le autorità regolatorie mondiali e con la comunità scientifica in uno dei prossimi congressi del settore, si legge nel comunicato di Astra Zeneca.

Lo studio ADRIATIC 
Lo studio ADRIATIC (NCT03703297) è un trial multicentrico globale, randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, condotto in 164 centri di 19 Paesi del Nord e Sud America, Europa e Asia, in cui si sta valutando durvalumab in monoterapia e in combinazione con tremelimumab contro placebo in 730 pazienti affetti da carcinoma polmonare a piccole cellule in stadio limitato, non progredito dopo la chemioradioterapia concomitante.

Nei bracci sperimentali i pazienti sono trattati con durvalumab 1500 mg per via endovenosa in monoterapia oppure in associazione a tremelimumab 75 mg ogni 4 settimane per un massimo di quattro cicli, seguiti da durvalumab 1500 mg ogni 4 settimane per un massimo di 24 mesi.

Gli endpoint primari dello studio sono la PFS e l’OS associate al trattamento con durvalumab in monoterapia contro placebo, mentre gli endpoint secondari includono la PFS e l’OS associate al trattamento con la combinazione di durvalumab e tremelimumab rispetto al placebo, il tasso di risposta obiettiva (ORR), il tempo al decesso o alle metastasi a distanza, la qualità di vita correlata alla salute, la farmacocinetica, l’espressione di PD-L1 nelle cellule tumorali e/o immunitarie in relazione agli esiti dell’efficacia e gli eventi avversi.

Nello studio potevano essere arruolati pazienti di almeno 18 anni, con carcinoma polmonare a piccole cellule in stadio limitato confermato istologicamente o citologicamente, in stadio da I a III, trattati con quattro cicli di chemioterapia e radioterapia concomitante completate entro 42 giorni dalla randomizzazione. Il trattamento radioterapico precedente deve essere stato somministrato alla dose di 60-66 Gy in 6 settimane o alla dose di 45 Gy in 3 settimane. Ulteriori criteri di eleggibilità includevano l’assenza di progressione della malattia in seguito alla chemioradioterapia concomitante, un’aspettativa di vita di almeno 12 settimane e un performance status ECOG compreso tra 0 e 1.

I pazienti con malattia estesa o disturbi autoimmuni o infiammatori attivi o documentati in precedenza sono stati, invece, esclusi dallo studio. I criteri di esclusione comprendevano anche malattie non controllate in corso, come malattia polmonare interstiziale, infezioni attive che richiedono un trattamento (come tubercolosi, HIV e epatite B) o l’aver effettuato la chemioterapia più la radioterapia in sequenza.

«Questi risultati entusiasmanti si basano sull’efficacia innovativa di durvalumab nel tumore del polmone a piccole cellule in stadio esteso e dimostrano per la prima volta l’intento curativo potenziale di un trattamento immunoterapico nel setting del carcinoma polmonare a piccole cellule in stadio più precoce. Questi dati, insieme con quelli dello studio PACIFIC nel carcinoma polmonare non a piccole cellule non resecabile in stadio III, evidenziano il ruolo pionieristico di durvalumab nel trattamento del tumore del polmone in stadio precoce dopo la chemioradioterapia» ha dichiarato Susan Galbraith, vicepresidente e della R&S in oncologia di AstraZeneca, nel comunicato stampa.

Bibliografia
Imfinzi significantly improved overall survival and progression-free survival for patients with limited-stage small cell lung cancer in ADRIATIC phase III trial. News release. AstraZeneca. April 5, 2024. leggi

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