In questo incredibile romanzo, Ottessa Moshfegh dipinge due protagoniste estremamente complesse e magnetiche, raccontando l’esplorazione di una libertà
“Odiavo praticamente tutto. Ero sempre molto infelice e arrabbiata.” Eileen è una ragazza diversa da tutte le altre: non cerca di rendersi attraente, è trasandata, ossuta, non ascolta i Beatles, non le interessano le cose alla moda o popolari. Intrappolata in una cittadina di periferia, vive in una casa sporca e buia prendendosi cura del padre alcolizzato e lavora in un riformatorio per adolescenti maschi, dove segue e fa seguire le regole come le ha insegnato l’educazione conservatrice e cattolica che ha ricevuto. La sua vita è spenta e noiosa come le gonne di lana al ginocchio e le calze spesse che indossa. Ogni mattina sale sulla sua vecchia Dodge, rischiando un’intossicazione da monossido di carbonio per il tubo di scappamento che non si preoccupa di far riparare; va al lavoro, timbra il cartellino in entrata e in uscita, guarda scorrere le ore sull’orologio a parete; affronta le giornate indossando “una maschera mortuaria” dietro cui nasconde in realtà una rabbia furiosa, pulsioni frustrate e pensieri sempre in movimento.
Finché non arriva Rebecca Saint John, la nuova educatrice del riformatorio, che con il suo travolgente carisma cattura irrimediabilmente Eileen. Avvicinandosi a lei, la ragazza comincia a vedere uno spiraglio della libertà tanto desiderata. Ma fino a che punto è disposta a spingersi per inseguire il miraggio di quest’amicizia?
Eileen è una storia di ribellione ed emancipazione, non solo da un ambiente claustrofobico e oppressivo, ma anche dalle strette prigioni interiori in cui a volte finiamo per rinchiuderci. In questo incredibile romanzo, Ottessa Moshfegh dipinge due protagoniste estremamente complesse e magnetiche, raccontando l’esplorazione di una libertà che investe il corpo e i desideri femminili, in un 1964 in cui le possibilità per una donna sono ancora limitate e prescritte.