Artrite psoriasica: nuovi risultati dai pazienti trattati con guselkumab


I pazienti con artrite psoriasica (PsA) che utilizzano guselkumab hanno maggiori probabilità di sperimentare miglioramenti significativi della fatigue e del dolore

Artrite psoriasica: studio italiano su secukinumab

I pazienti con artrite psoriasica (PsA) che utilizzano guselkumab hanno maggiori probabilità di sperimentare miglioramenti significativi della fatigue e del dolore se ottengono la risoluzione dell’entesite o della dattilite.

Queste le conclusioni di un’analisi post-hoc dello studio registrativo DISCOVER-2, pubblicata su Clinical Rheumatology, sull’impiego dell’inibitore della subunità p19 di IL-23 in pazienti con PsA naive ai farmaci biologici.

Razionale e disegno dello studio
“Nei pazienti con malattia attiva arruolati negli studi DISCOVER-1 (sia pazienti naïve che in quelli già trattati con farmaci biologici) e DISCOVER-2 (solo pazienti naïve a questi farmaci), erano stati osservati miglioramenti significativi dei segni e nei sintomi della PsA alla settimana 24 dopo il trattamento con guselkumab 100 mg somministrato ogni 4 settimane (Q4W) o alle settimane 0 e 4 e poi ogni 8 settimane (Q8W) rispetto al placebo – ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio -. Non solo: dagli studi è emersa una persistenza di efficacia del farmaco relativamente a più domini della PsA, tra cui l’entesite e la dattilite, fino alla settimana 52 e alla settimana 100”.

Per approfondire i legami tra la risoluzione di entesite e dattilite e i miglioramenti ottenuti relativamente ad alcuni outcome riferiti dai pazienti (PRO) in pazienti naïve ai farmaci biologici con PsA trattati con guselkumab, i ricercatori hanno condotto un’analisi post hoc dei dati del trial DISCOVER-2.

DISCOVER-2 era uno studio di fase 3, multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, che aveva valutato l’efficacia e la sicurezza di guselkumab in pazienti naïve ai farmaci biologici, con PsA attiva.
Nello specifico, i ricercatori hanno misurato la gravità dell’entesite e della dattilite utilizzando il punteggio LEI (Leeds Enthesitis Index) e il punteggio DSS (Dactylitis Severity Score).

Al contempo, sono stati valutati alcuni PRO, quali la fatigue tramite il punteggio FACIT-F (Functional Assessment of Chronic Illness Therapy-Fatigue), il dolore tramite una scala analogica visiva a 100 punti (VAS), la disabilità tramite il punteggio HAQ-DI (Health Assessment Questionnaire-Disability Index) e la qualità della vita legata allo stato di salute tramite punteggio SF-36 (36-item Short-Form Health Survey).

Il dolore minimo era definito da un punteggio assoluto pari o inferiore a 15 sulla scala del dolore, mentre la normalizzazione della funzione fisica era definita da un punteggio HAQ-DI pari o inferiore a 0,5.  Il miglioramento della qualità della vita, invece, era definito da un miglioramento pari o superiore a 5 punti ottenuto al questionario SF-36.

Risultati principali
Dai risultati dell’analisi post-hoc è emerso che, alle settimane 24, 52 e 100, i pazienti con risoluzione dell’entesite avevano una probabilità maggiore, rispetto a quelli senza risoluzione di entesite, di raggiungere lo stato di “dolore minimo” (P < 0,001), di vedere la funzione fisica normalizzata in base all’HAQ-DI (P < 0,001) e di sperimentare una risposta positiva relativamente alla componente fisica del punteggio SF-36 di qualità della vita (p<0,05).

Non solo: i pazienti con risoluzione della dattilite avevano maggiori probabilità di vedere un miglioramento del punteggio FACIT-F relativo alla fatigue alle settimane 24 e 52 (p= 0,03 per entrambi), nonché di raggiungere lo stato di “dolore minimo” alla settimana 24 (p=0,03) e di vedere la normalizzazione della funzione fisica in base al punteggio HAQ-DI alla settimana 52 (p=0,03).

Riassumendo
In conclusione, questi risultati indicano che la risoluzione dell’entesite e della dattilite con il trattamento con guselkumab può anche ridurre l’impatto complessivo della malattia, misurato in termini di riduzione della fatigue, del dolore e di miglioramento della funzione fisica e della qualità della vita legata allo stato di salute nei pazienti con PsA (in questo caso specifico naive ai farmaci biologici).

Mentre ci si aspetta che il miglioramento dei PRO accompagni la risoluzione di questi importanti aspetti della malattia, sono degni di nota gli effetti distinti delle due manifestazioni su alcuni PRO.
Saranno necessari, a questo punto, nuovi studi che  forniranno informazioni sui meccanismi potenziali che influenzano i PRO e che determinano le scelte terapeutiche in base al fenotipo della PsA.

Bibliografia
Rahman P, et al. Association between enthesitis/dactylitis resolution and patient-reported outcomes in guselkumab-treated patients with psoriatic arthritis. Clin Rheumatol. 2024;doi:10.1007/s10067-024-06921-8.
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